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I santi del giorno del 31 agosto

31 Ago

ABBONDIO di Como
greco, originario di Salonicco, si stabilì in Italia e il 17 novembre 440 venne consacrato 4° vescovo di Como, successore di Amanzio, continuando l’opera di evangelizzazione del Ticino, iniziata dai suoi predecessori. Nel 450 Leone I lo inviò, come Legato pontificio, a Costantinopoli, dove rimase fino al 451, quando terminò la sua missione facendo accettare il documento pontificio a tutti i vescovi d’Oriente. Ottenne dall’imperatore Marciano e dal patriarca Anatolio, la condanna delle dottrine di Nestorio e di Eutiche, che fu ratificata dal Concilio di Calcedonia (v) dello stesso anno. Per questi successi ricevette una festosa accoglienza al ritorno. Divenuto poi anche predicatore nel Nord-Italia, tornò a Como dove morì nel giorno di Pasqua del 469, probabilmente il 2 aprile.

AIDANO di Iona
monaco scozzese, nato sull’isola di Iona e 1° abate di Lindisfarne. Vescovo e principale evangelizzatore del Northumberland, fece di questa regione il più grande centro di civilizzazione cristiana anglosassone tra il 7° e l’8° secolo. La sua attività apostolica, favorita dal re Osvaldo, ebbe come centro Lindisfarne e più tardi Holy Island, nel Mare del Nord. Morì a Bamborough, o Bamburg, in Scozia, nel 651.

ALBERTINA vergine martire.

AMATO di Nusco
di famiglia benestante, si fece sacerdote e nel 1048 divenne vescovo della sua città, in provincia di Avellino. Morì nel 1093 in grande povertà, perché nel frattempo aveva donato tutto quello che possedeva ai poveri della diocesi. A Nusco la festa è il 30 settembre.

ARISTIDE Marciano
filosofo ateniese del 2° secolo convertito al cristianesimo in seguito alla lettura delle Sacre Scritture. Autore di una delle più conosciute e antiche apologie della religione cristiana, indirizzata all’imperatore Adriano, per confutare le ingiuste accuse rivolte ai fedeli, l’Apologia per i Cristiani, il cui testo originale greco è stato rinvenuto solo nel 1889. La tradizione sostiene che morì martire.

CESIDIO
sacerdote martire a Trasacco, presso L’Aquila assieme al padre Rufino(v.). A loro è intitolata la principale chiesa di Trasacco.

GIUSEPPE d’Arimatea
nobile, ricco e molto stimato membro del Sinedrio(v.), seguace segreto di Gesù, ebbe una parte notevole in tutta la storia della Passione. Presente alla Crocifissione, portò a Pilato la notizia della morte di Gesù, ne chiese il corpo che avvolse, secondo la tradizione, nella Sindone, il lenzuolo funebre. Offrì la propria tomba nuova scavata nella roccia, dove, aiutato da Nicodemo, diede onorata sepoltura al Maestro. Menzionato in tutti 4 i vangeli, su di lui abbiamo un celebre apocrifo, secondo il quale, unitosi poi ai discepoli di Gesù, sarebbe morto a Gerusalemme, mentre, secondo una leggenda, avrebbe raccolto il sangue di Gesù nel calice dell’Ultima Cena, il santo Graal, portandolo in Occidente. In alcuni calendari è festeggiato anche il 31 agosto, assieme a Nicodemo.

LEDA martire.

LORENZO Nerucci beato, morto nel 1420.

OSORIO Gutierrez
figlio di nobili vicini alla famiglia reale spagnola. Da militare combatté contro i Musulmani e poi, quando rimase vedovo, fondò e dotò il monastero di Villanueva, nei dintorni di Valencia, in accordo con il vescovo Teodomiro. Nel 969 si ritirò in questo monastero, dove morì verso la fine del secolo, al termine di un lungo viaggio in Terrasanta.

OTTATO di Milevi
vescovo in Numidia (v), nel 4° secolo. Autore di un trattato polemico contro il vescovo Parmeiano, opera in 7 libri, basata su materiale documentario, che è il primo scritto cattolico contro il donatismo, precedente a quelli di Agostino d’Ippona.

OTTAVIANO vescovo.

PAOLINO di Treviri
vescovo in Germania, partecipò al Concilio di Arles nel 353, ma non avendo sottoscritto la condanna di Atanasio d’Alessandria, l’imperatore romano Costanzo II lo mandò in esilio in Frigia(v), dove morì nel 358.

RAIMONDO Nonnato
nato nel 1204 a Portella, nei pressi di Lerida in Catalogna. Orfano di madre poco dopo la nascita, nel 1220 entrò nell’Ordine della Beata Maria della Mercede, fondato da Raimondo di Penafort. Venne inviato in Africa dove si consacrò alla liberazione degli schiavi cristiani tramite il riscatto e quando non ebbe più danaro si offerse personalmente come ostaggio al posto degli schiavi stessi. Condannato a morte, subì molte torture e la perforazione delle labbra, ma la sentenza fu sospesa in attesa che dalla Spagna arrivasse Pietro Nolasco con il denaro per il riscatto. Dopo 8 mesi, quando nel 1239 venne liberato, fu creato cardinale da Gregorio IX. È morto il 31 agosto 1240 a Cardona, in Spagna.

ROBUSTIANO martire assieme a Marco.

VALA di Corbie
originario di Corbie sulla Somme, presso Amiens, in Francia. Parente di Carlomagno, venne in Italia e fu nominato abate di Bobbio, in provincia di Piacenza, dove morì nell’836.

I santi del giorno del 25 agosto

25 Ago

EBE vergine martire africana.

ERMINIA di Reims o ERMINA
martire venerata a Reims, dove morì il 25 agosto 1396. Ebbe molte visioni che furono raccolte nei 4 libri sulla sua vita, scritti da Radulfo, priore di un monastero della città. Sarebbe stata sepolta nella Chiesa di San Paolo, vicino al coro delle monache, sotto una pietra bianca portante la sua immagine e un breve epitaffio.

GENESIO di Brescello
vescovo di Brescello, Reggio Emilia, vissuto tra il 4° e il 5° secolo, senza fondate notizie storiche, anche se il suo culto è accertato fin dal 6° secolo.

GENESIO di Roma
attore e mimo di professione, quando chiese il battesimo venne arrestato e fustigato. Poiché rimase fermo nel suo proposito, fu condannato a morte dal prefetto di Roma e decapitato nel 303.

GHERARDO Rangone beato morto nel 1257 circa.

GIUSEPPE Calasanzio
nato l’11 marzo 1557 a Peralta de La Sal, in Aragona. Studiò filosofia e teologia nelle università spagnole e nel 1583 fu ordinato sacerdote. Dopo aver espletato importanti incarichi in Spagna e dopo la morte di suo padre, nel 1592 donò tutta la sua eredità e si trasferì a Roma, chiamato dal cardinale Marcantonio Colonna, in qualità di suo teologo personale. Qui, colpito dal misero stato materiale e morale dei ragazzi del popolo, nel 1597 aprì le sue Scuole Pie nella parrocchia di Santa Dorotea, in Trastevere, primo esempio di scuole popolari gratuite, tenute da religiosi che presero il nome di “Scolopi”. Riconosciuta, nel 1617,  come vera e propria congregazione religiosa, con il nome di Chierici Regolari Poveri delle Scuole Pie, approvata nel 1622 da Gregorio XV. L’Ordine, tuttora numeroso, conta comunità in Italia e Spagna e si è affermato come scuola di alte tradizioni e di grandi meriti. Durante l’epidemia di peste del 1596, il santo si era prodigato anche nella cura degli ammalati. Morto a Roma il 25 agosto 1648, beatificato nel 1748 da Benedetto XIV e poi canonizzato da Clemente XIII, nel 1767.

GREGORIO di Utrecht
nato nel 707, nipote di Adele di Pfalzel, a 15 anni entrò nel monastero diretto dalla zia e sentendo predicare Bonifacio, rimase così impressionato che chiese di seguirlo, divenendone discepolo e coadiutore. Dopo essere stato abate di San Martino, venne nominato vescovo di Utrecht, nei Paesi Bassi. Nel 742 accompagnò il suo maestro nella missione in Frisia(v), della quale fu direttore dopo il martirio subito da Bonifacio nel 754  a Dokkum, sul Mare del Nord, in Olanda. È morto nel 776.

LUCILLA di Roma
figlia del tribuno Nemesio, la leggenda dice che era nata cieca. Quando, su richiesta del padre venne battezzata dal papa Stefano I, verso il 257, avrebbe improvvisamente riacquistato la vista. Padre e figlia furono però arrestati perché cristiani e martirizzati presso la Via Appia, vicino al tempio di Marte. Nel 1642, le reliquie di Lucilla furono riesumate dalle catacombe di Callisto, sull’Appia Antica e portate a Reggio Emilia nella basilica di San Prospero, patrono della città e successivamente conservate nella cappella del Santuario della Madonna della Ghiara.

MENA di Costantinopoli o Menas
presbitero eletto Patriarca di Costantinopoli al posto di Antino I, che era stato condannato da papa Agapito I. Presiedette il sinodo del 536 che scomunicò lo stesso Antino, ma avendo sottoscritto l’editto di Giustiniano che condannava i “Tre Capitoli”, verso il 545 fu anche lui scomunicato dal nuovo papa Vigilio e poi, solo dopo essersi sottomesso al giudizio di Roma, poté essere reintegrato nella comunione ecclesiastica.

NEMESIO di Roma
tribuno romano martire nel 257 assieme alla figlia Lucilla(v).

PATRIZIA di Costantinopoli
secondo la leggenda, originaria di Costantinopoli, parente dell’imperatore d’Oriente Costante II, viveva alla sua corte. Si racconta che andò a Roma e si fece monaca, per sfuggire un matrimonio che le era stato imposto e poi, tornata a Costantinopoli, distribuì tutti i suoi beni ai poveri. Intraprese poi un pellegrinaggio in Terrasanta, ma venne sbattuta da una tempesta sulle coste di Napoli, dove morì verso il 665. Nel 1625 è stata inclusa tra i santi patroni di Napoli.

I santi del giorno del 7 agosto

7 Ago

ABELE di Reims
monaco benedettino nato in Irlanda, seguì Bonifacio in Francia e fu eletto vescovo di Reims, ma morì nel 751 ancora prima di prendere possesso della sua sede.

AGATANGELO beato.

ALBERTO da Trapani
nato a Trapani nel 1212, della famiglia Degli Abbati. Si fece carmelitano nel convento dell’Annunziata, alle falde del monte Erice. La sua famiglia era tra le più importanti del Regno di Sicilia e la sua presenza fece si che il cenobio divenisse un vero centro di spiritualità mariana. Divenuto Provinciale di Sicilia, convertì molti ebrei in tutta l’isola. È venerato in particolare Messina, dove è morto il 7 agosto 1307, perché, 6 anni prima, l’avrebbe rifornita miracolosamente di vettovaglie, durante l’assedio di Roberto, duca di Calabria. Culto approvato da Sisto IV, a partire dal 1476.

ATTONE di Vercelli
vescovo di Vercelli alla fine del 10 secolo. Combatté la simonia, lo scandalo dei preti fanciulli e difese le libertà ecclesiastiche contro il re d’Italia Berengario II (950-961).

CARPOFORO di Como
martire a Como, assieme a Cassio e molti altri compagni di fede.

CASSIO di Como
martire assieme a Carpoforo, Esanto, Licino, Secondo e Severino.

CLAUDIA di Roma
martire romana, convertita del 1° secolo, discepola di san Paolo, citata da lui nella seconda lettera a Timoteo, al capitolo 4, versetto 21. Una leggenda più tarda dice invece che era figlia di un re della Britannia.

DOMEZIO di Persia monaco martire.

DONATO di Arezzo
nato verso il 300, vescovo della città. Quando ebbe i genitori martirizzati da Diocleziano si rifugiò ad Atene a sostituirne il vescovo, ma quando tornò in patria venne fatto decapitare da Giuliano l’Apostata il 7 agosto 362. In un catalogo episcopale aretino dell’11° secolo, occupa il 2° posto dopo Satiro. I sui resti sono custoditi in un’arca di prezioso marmo bianco posta sull’altare maggiore del Duomo. Molto venerato dai Longobardi, che ne diffusero il culto presso i loro castelli, sembra abbia fondato una chiesa nel comune di Bertinoro(Forlì). Patrono di Arezzo, Pinerolo e Mondovì, città nella quale la Cattedrale, edificata a partire dal 1743, è stata intitolata a lui.

ESANTO martire a Como, con Cassio e compagni.

GAETANO di Thiene
nato a Thiene, Vicenza nell’ottobre 1480, dopo gli studi a Padova, nel 1516 fu ordinato sacerdote ed entrò nella curia romana sotto papa Giulio II. Più tardi lasciò la corte pontificia e fece parte della Compagnia del Divino Amore, prodigandosi in opere di bene, dedicandosi in particolare alla fondazione di Monti di Pietà e ospedali. Nel 1520 diresse la Compagnia a Vicenza, Verona, Venezia e dal 1523, anche a Napoli, contribuendo alla diffusione dell’Ordine, alla riforma del clero e lo sviluppo della beneficenza. Nel 1524, rinunciando a cariche e benefici, diede vita assieme al vescovo di Chieti, Gian Piero Carafa, futuro papa Paolo IV, ai “Teatini”, Congregazione di Chierici Regolari, con il programma di vivere come la prima comunità cristiana, esercitando il ministero sacerdotale senza benefici ecclesiastici e senza chiedere l’elemosina. Dopo il 1527, in seguito al sacco di Roma da parte di Carlo V, tutti i membri della congregazione dovettero lasciare la città e si trasferirono a Venezia. Nel 1528 una terribile peste li costrinse a dividersi in altre città, dove furono, insieme con i gesuiti, uno dei punti di forza della controriforma cattolica. Per la sua illimitata fiducia in Dio, è venerato come il santo della Provvidenza e “cacciatore d’anime”, per il costante impegno dedicato alla salvezza del prossimo. Morto il 7 agosto 1547 a Napoli, che gli ha dedicato una chiesa, è stato canonizzato da Clemente X, nel 1675.

ILARINO di Arezzo
monaco martire ad Arezzo con Donato, durante la persecuzione di Giuliano l’Apostata, le sue reliquie furono poi traslate a Ostia.

LICINIO o LICINO di Como
martire a Como, assieme a Carpoforo, Cassio, Esanto e Severino.

MAFALDA di Savoia
nata nel 1125 e morta nel 1157 a Coimbra. Figlia di Amedeo III conte di Savoia, nel 1146 sposò Alfonso I, il Conquistatore, re del Portogallo. Svolse pie attività e fece iniziare la costruzione della cattedrale di Oporto.

POPPONE di Bressanone
di origine bavarese, arcivescovo di Bressanone, in Tirolo e poi, dal 1019 al 1042, patriarca di Aquileia. Tra il 1021 e il 1031, fece restaurare la basilica di questa città, famosa per il suo prezioso pavimento a mosaico del 4° secolo, ma scoperto interamente solo da pochi anni. Il 17 luglio 1048 alla morte di Clemente II, venne designato papa direttamente dall’imperatore Enrico III di Franconia, il Nero, e prese il nome di DAMASO II. Il suo pontificato fu brevissimo perché, non sopportando il clima afoso di Roma e gli intrighi delle fazioni sempre in lotta tra loro, si trasferì nella rocca di Palestrina a una quarantina di chilometri dalla città e qui morì per un violento attacco di malaria il 9 agosto 1048, dopo soli 24 giorni di pontificato. Il suo sepolcro si trova nella chiesa di San Lorenzo fuori le Mura, al Verano.

SECONDO di Como
martire assieme a Carpoforo, Cassio Esanto, Licino e Severino.

SEVERINO di Como
martire assieme a Carpoforo, Cassio, Esanto, Licino e Secondo.

SISTO II papa
nato ad Atene, eletto il 30 agosto 257 dopo Stefano I, dovette intervenire nei contrasti fra la chiese Romana, Orientale e Africana del vescovo Cipriano di Cartagine. La controversia principale, sostenuta con molta vivacità da Cipriano, le cui posizioni si accordavano con quelle del papa, riguardava la validità dei battesimi amministrati dagli eretici. Lo stesso Cipriano afferma che il papa venne arrestato mentre celebrava una Messa al cimitero di Callisto e che subì il martirio, assieme ai suoi 4 diaconi, il 6 agosto 258, dopo soli 11 mesi dall’elezione, durante la persecuzione di Valeriano I. Fu sepolto sulla Via Appia Antica, nelle catacombe dello stesso cimitero.

VITTRICIO di Rouen
nato nel 330 e morto nel 410, nella sua città. Soldato romano pagano, si convertì e nel 385 venne nominato vescovo di Rouen. Evangelizzò tutta la diocesi e fu anche autore di uno scritto sul culto delle reliquie: “De laude sanctorum”, del 396.

I santi del giorno del 4 agosto

4 Ago

AGABIO di Verona
9° vescovo di Verona, successore di san Zeno, dal 380.

ARISTARCO di Tessalonica
collaboratore e compagno di viaggio di san Paolo, in Grecia e Macedonia, forse fu vescovo di Tessalonica (Salonicco). Trasferitosi con Paolo a Roma, soffrì con lui la prigionia e subì il martirio nel 67.

CHERUBINO di Spoleto beato.

CRESCENZIO
la sua esistenza è storicamente provata, anche se non ci sono notizie precise riguardo il suo martirio. È festeggiato assieme a san Giustino.

EUFRONIO di Tours
nato nel 504, vescovo della città, nel 567 ne presiedette il Concilio e fece ricostruire la Chiesa di San Martino. Morì nel 573 e il suo successore fu il cugino Gregorio di Tours, poi santo e dottore della Chiesa (v).

GIOVANNI B. M. Vianney
Jean-Baptiste-Marie, nato l’8 maggio 1786 a Dardilly, presso Lione. Dopo gli studi, che furono per lui piuttosto difficili, venne ordinato sacerdote dal vescovo di Grenoble il 12 agosto 1815. È noto come il Santo Curato d’Ars, un piccolo villaggio scristianizzato della Dombes, sulla Mosella presso Metz, dove fu inviato parroco nel 1818. Qui rimase fino alla morte, trasformando poco a poco la parrocchia, con una predicazione semplice ed efficace, intrisa di umiltà, spirito di carità e austerità. Nel 1824 aprì una scuola gratuita per le ragazze, poi un orfanotrofio e fu il sollievo dei poveri, che accorrevano da ogni parte e ascoltavano con venerazione i suoi consigli. Morto ad Ars il 4 agosto 1859, è stato dichiarato venerabile da Pio IX il 3 ottobre 1872, Pio X l’ha beatificato l’8 gennaio 1905 e canonizzato il 31 maggio 1925, da Pio XI, che lo ha anche proclamato celeste patrono dei parroci. Ancora vivente il curato, Ars era divenuto un luogo di pellegrinaggi, sede di numerose guarigioni e conversioni ed è ancora oggi un attivo centro spirituale.

IA santa martire in Persia.

LIVIA di Roma martire del 1° secolo.

NAZZARO o NAZARO
nato a Roma, sembra fosse figlio di un pagano e di una cristiana, Africano e Perpetua. Ricevette il battesimo dal papa Lino ma, durante la feroce persecuzione di Nerone, venne arrestato e decapitato nel 68.

PERPETUA di Roma
detta “TUA”, martire con il figlio Nazzaro sotto Nerone, nel 1° secolo.

RAINERIO di Cagli
nato a Cagli, nelle Marche, divenne vescovo di Spoleto. Morì nel 1180.

VIVENZIO  martire nel 4° secolo, nella regione del Maine, Francia.

I santi del giorno del 2 agosto

2 Ago

AGOSTINO Kazotic beato.

ALFREDA martire inglese, morta nell’ 834.

DAMIANO da Valencia
frate laico francescano spagnolo martire. Visse per qualche tempo da eremita nelle vicinanze di un convento, poi prese gli ordini e quando divenne sacerdote, chiese di andare missionario in Africa. Arrivato in Italia, riuscì a imbarcarsi a Napoli e appena messo piede sulle coste africane, si mise a predicare, suscitando le ire dei Saraceni che lo presero e lo uccisero.

EUSEBIO di Vercelli
nato in Sardegna all’inizio del 4° secolo. Prima lettore a Roma, dove si era trasferita la sua famiglia, nel 345 venne eletto 1° vescovo di Vercelli e in questa veste partecipò al Concilio di Milano del 355, nel quale contro la maggioranza ariana sostenuta dall’imperatore, prese le difese di Atanasio, rifiutando di sottoscriverne la deposizione. Venne perciò mandato in esilio a Scitopoli, in Cappadocia e poi nella Tebaide(v). Nel 361 fu richiamato da Giuliano l’Apostata e fu presente al Concilio di Alessandria d’Egitto, convocato da Atanasio, che perdonò ai capi dell’arianesimo, purché tornassero allo stato laicale. Morì a Vercelli nel 371 e venne venerato come martire per le sofferenze inflittegli dagli ariani, alcune fonti sostengono anzi, che fu addirittura lapidato il 1° agosto 371. Ha lasciato alcune lettere, nelle quali è tracciato l’elogio della vita regolare e comune del clero, da lui praticata rigorosamente nella sua diocesi, fin dal primo giorno dell’elezione a vescovo. Gli è attribuita anche l’erezione di una prima cappella a Oropa, per collocarvi una Madonna lignea portata da Gerusalemme, dove in seguito sorse un grandioso complesso di fabbricati che è considerato uno dei più antichi santuari mariani d’Occidente. La leggenda dice anche che fu il fondatore del Santuario di Crea, a 18 Km da Casale Monferrato.

GUSTAVO abate.

PELLEGRINO delle Alpi
leggendario principe scozzese che rinunciò ai suoi beni e agli onori del rango, per vivere distaccato dalle cose del mondo. Visitò i Luoghi Santi, andò in Egitto e poi venne in Italia ritirandosi a vita eremitica al valico di Leto, sull’Appennino, dove condusse austera vita di preghiera fino a tarda età. Onorato a Modena e Lucca fra i santi protettori, è morto nel 643.

PIER GIULIANO Eymard
nato il 4 febbraio 1811 a La Mure d’Isere, in Francia, seguì la propria vocazione religiosa contro il volere del padre e quando, nel 1834 fu ordinato sacerdote, si diede con fervore alle opere di apostolato nella sua diocesi di Grenoble. Dopo alcuni anni entrò nella Società di Maria, dove divenne Padre provinciale, ma nel 1856 lasciò i Maristi e fondò la Congregazione dei Sacerdoti del Santissimo Sacramento, approvata dalla Santa Sede nel 1863 e poi fondò quella delle Ancelle del Santissimo Sacramento, le Sacramentine, per l’adorazione perpetua. Morto a La Mure il 1° agosto 1868, è stato proclamato santo da Giovanni XXIII, il 9 dicembre 1962.

RUTILIO martire in Africa.

SATIVOLA di Exeter
santa di Exeter, contea del Devon, in Gran Bretagna, martire nel 4° secolo.

SERENO di Marsiglia
9° vescovo della città. Considerato il primo degli iconoclasti occidentali, avendo fatto distruggere per il sospetto di pratiche poco ortodosse, tutte le immagini della diocesi, per questo motivo fu severamente ammonito da Gregorio Magno. Secondo un’incerta tradizione, andando in pellegrinaggio espiatorio a Roma, sarebbe morto a Biandrate, presso Novara, dove viene venerato come patrono.

STEFANO I papa
romano, appartenente alla gens Julia, eletto il 12 maggio 254. Questo suo pontificato è celebre per la questione dei lapsi, circa la validità del battesimo degli eretici, sostenuta da Cipriano di Cartagine e dagli altri vescovi africani. Finì con il trionfo della dottrina tradizionale della Chiesa Romana, nel Concilio di Nicea del 325, dove fu proclamata solennemente la validità di tale battesimo. Il pontificato fu relativamente tranquillo in un clima di tolleranza per i cristiani fino al 257, quando Valeriano I, sobillato da un certo Marciano che più tardi gli usurperà il trono, emanò un editto per riprendere le persecuzioni anticristiane, sopratutto contro vescovi e preti, per il timore che la Chiesa si stesse impadronendo dei beni dello Stato. Stefano fu una delle prime vittime, il 2 agosto 257.

SUSO di Costanza
Seuse Heinrich di Berg, nato il 21 marzo 1295 a Costanza sul lago, in Germania. Figlio di un nobile, a soli 13 anni entrò nei Domenicani e all’età di 18, ebbe la sua prima esperienza mistica. Studiò, divenne un ottimo teologo ed ebbe il dono di estasi e visioni. Dopo aver predicato in Alsazia, Renania e Svizzera, rientrò a Costanza ma, per le lotte fra il papa Clemente VI e l’imperatore Lodovico il Bavaro, fu costretto a lasciare la città con tutti i suoi monaci. Non tornò più nella città natale e nel 1348, si stabilì a Ulm, città posta alla confluenza di due fiumi, il Danubio e l’Iller, dove raccolse i suoi scritti, redigendo l’Exemplar e diverse altre opere mistiche. Il suo pensiero si può riassumere nel desiderio dell’annullamento della propria anima nella divinità, che egli definisce il principio di tutto. Queste opere hanno esercitato una notevole influenza sulla mistica e poesia tedesca anche nei secoli successivi. Morto a Ulm, il 25 gennaio 1366, è stato beatificato nel 1831 da Gregorio XVI. Come
ENRICO la sua festa è il 25 gennaio.

I santi del giorno del 25 luglio

25 Lug

BATTISTA beato.

CRISTOFORO di Licia
sembra sia nato a Samo, in Licia (v), martire nel 250 circa. Di lui si hanno notizie dubbie e oscure perché, secondo la leggenda, era un cananeo di nome Reprobo, che svolgeva opera di apostolato in Licia. Condannato a morte, prima di morire riuscì a convertire il re. Il suo  culto, attestato fin dal 5° secolo, popolarissimo nel Medioevo anche come protettore contro la peste, diede origine a molte leggende. La più popolare delle quali racconta che, avendo stabilito la sua dimora presso le rive di un fiume, aiutava i passanti nella traversata. Una volta prese sulle spalle un bimbo che gli aveva chiesto di essere traghettato e man mano che procedeva, il bimbo diventava sempre più pesante, tanto che a fatica raggiunse la riva opposta. Molto meravigliato, chiese al bambino il motivo di questo fatto straordinario e questi rispose di essere Gesù Cristo, il Salvatore. Da allora assunse il nome Cristoforo, che vuol dire “portatore di Cristo” e si dice che poi predicò il cristianesimo nella sua regione. Questa leggenda è apparsa per la prima volta nella “Leggenda Aurea” di Jacopo da Varagine, nel 13° secolo. Nel 1969 con la riforma del calendario liturgico, la sua festa è stata però cancellata dal calendario universale della Chiesa, anche se è ammesso il culto locale.

GIACOMO il Maggiore
figlio di Zebedeo e Maria Salomè, fratello di Giovanni evangelista, nato a Betsaida (v). Si trovava sul lago di Genezaret e stava aggiustando le reti da pesca, quando nella primavera del 27, Gesù passò e lo chiamò assieme al fratello. Detto “Boanerge”, cioè figlio del tuono per il suo temperamento, fu testimone dei maggiori miracoli di Gesù: presente alla guarigione della suocera di Pietro, alla risurrezione della figlia di Giairo, fu anche prescelto a contemplare la Trasfigurazione sul monte Tabor (v) e testimone dell’agonia nell’orto degli ulivi. Verso il 44, a circa 42 anni, venne fatto decapitare a Gerusalemme, da Erode Agrippa I, persecutore dei cristiani, così che è lui il 1° apostolo martire. Una tradizione tardiva, che ha avuto una certa diffusione anche in Occidente, ma che oggi è ritenuta priva di ogni fondamento, dice che predicò il Vangelo in Spagna, dove sarebbero stati trasportati i suoi resti e queste presunte reliquie, sopratutto nel Medioevo, furono meta di molti pellegrinaggi a Santiago de Compostela, in Galizia. È patrono della Spagna, dove è chiamato Santiago, mentre nel Duomo di Pistoia, dove è chiamato Jacopo, c’è un altare d’argento che custodisce un’altra presunta reliquia proveniente, pare, dal sepolcro di Compostela. Anche a Caltagirone, nella Chiesa di San Giacomo è custodita un’arca d’argento contenente ancora un’altra reliquia.

NEVELONE
calzolaio di Faenza, morto nel 1280, molto venerato a Ravenna.

PIETRO da Mogliano santo morto nel 1490.

TEA di Palestina martire nel 308.

TEODEMIRO di Cordova
monaco martirizzato dai Saraceni in Spagna, nel 9°secolo.

VALENTINA di Cesarea
vergine martire in Palestina nel 308, sotto l’imperatore Galerio.

I santi del giorno del 21 luglio

21 Lug

AGOSTINO Fangi beato, morto nel 1493.

ALBERICO Criscitelli beato morto nel 1900.

CESARIA o CESIRA
sorella di Cesario di Arles (v), nata nel 475, badessa nel monastero fondato dal fratello, morta nel 529.

COSTANTINO abate
discepolo successore di Benedetto da Norcia, nell’abbazia di Montecassino, morto verso il 560.

DANIELE profeta
il 4° dei profeti maggiori ebrei, vissuto nel 6° secolo a.C., citato tra i deportati in Babilonia nel 606. La sua vita è documentata dal libro biblico detto Libro di Daniele, la cui stesura gli è attribuita, ma risulta invece, scritto tra il 167 e il 164 a.C., durante la persecuzione di Antioco IV Epifane e la rivolta dei Maccabei. Trascorse la giovinezza presso il re Nabucodonosor, durante l’esilio babilonese dove, per non contaminarsi con le vivande e i vini del re, si cibò solo di legumi e acqua e in cambio ebbe da Dio sapienza, intelligenza e capacità di interpretare visioni e sogni. Tenuto in grande considerazione per queste facoltà profetiche che ebbe modo di manifestare interpretando i misteriosi sogni del re, riuscì anche a uscire illeso per due volte dalla fossa dei leoni, dove era stato gettato per istigazione dei suoi nemici. Il popolo allora riconobbe che possedeva lo spirito di Dio, fu rivestito con abiti di porpora, gli venne messa al collo una catena d’oro e tenuto in gran conto anche dal re persiano Ciro, che lo nominò suo ministro. Questo libro, comunque, non rappresenta più la vera corrente profetica, non contiene cioè la predicazione di un profeta mandato da Dio in missione presso i suoi contemporanei, ma è stato scritto e composto da un autore che inaugura il genere apocalittico preparato dal profeta Ezechiele. Alla sua morte fu sepolto nella città di Susa, capitale della storica regione di Elam.

ELIO martire nel 310.

GIULIA di Troyes
ancora molto giovane, venne fatta prigioniera a Troyes (v) da Claudio, un ufficiale barbaro, che la fece sua schiava. Quando però costui venne a sapere che era cristiana, la trattò con rispetto e prima di partire per la guerra, le chiese di pregare per lui, perché tutto gli andasse bene. Tornato vittorioso, fu molto gentile e premuroso e quando Giulia, in seguito a una visione di Cristo in sogno, decise di tornare a Troyes, volle accompagnarla per proteggerla. Appena arrivati, l’imperatore Aureliano li fece arrestare perché cristiani, torturare e poi decapitare, nel 272.

LORENZO da Brindisi
nato a Brindisi il 22 luglio 1559, battezzato Giulio Cesare, quando a 16 anni rimase orfano, si fece frate cappuccino prendendo il nome di Lorenzo. Molto intelligente e dotato di una straordinaria attitudine per lo studio delle lingue e delle Sacre Scritture, nel 1602 venne nominato Provinciale del suo ordine e poi Superiore generale. Grande predicatore, iniziò il suo apostolato in Italia, predicando per la conversione degli Ebrei e percorse poi tutta l’Europa, difendendo la dottrina cattolica contro eretici, musulmani e protestanti, poi il papa Clemente VIII lo inviò in Germania per attuare la riforma dell’ordine. Fondatore di diversi monasteri, a Praga, Vienna e Gorizia, è morto il 22 luglio 1619 a Belem, presso Lisbona, durante una delle numerose missioni diplomatiche. Tra gli scritti sono da ricordare la Explanatio in Genesium, una delle migliori opere esegetiche del tempo, e Oratoria, una raccolta di 658 sermoni. Canonizzato da Leone XIII nel 1881, è stato poi proclamato dottore della Chiesa, nel 1959 da Giovanni XXIII.

NILDE martire vissuta nel 7° secolo.

PRASSEDE
la leggenda la dice figlia del nobile Pudente e sorella di Pudenziana. Consacratasi a Dio e ai poveri, morì martire a Roma nel 164 e venne sepolta in “spelunca”, nel cimitero di Priscilla sulla Via Salaria. All’antica chiesa di Santa Prassede già ricordata fin dal 5° secolo, edificata sull’alto colle Esquilino, fu legato un titolo cardinalizio. In questa chiesa, ricostruita nell’822 da Pasquale I sono conservate le reliquie delle due sorelle e nella navata centrale esiste un disco di porfido che indica dove si trovava la cisterna nella quale Prassede nascondeva i corpi dei martiri. La chiesa è nota anche per la cappella di San Zenone, in stile bizantino e per i mosaici del 9° secolo.

PUDENZIANA di Roma o PUDENZIA
sorella di Prassede, martire a Roma nel 164, fu sepolta “in spelunca”, nelle catacombe di Priscilla, sulla Via Salaria, assieme alla sorella. A Roma esiste una chiesa dedicata a Santa Prassede, adornata da celebri mosaici, nella quale sono conservate le presunte reliquie delle due sorelle.

VITTORE di Marsiglia
secondo una tradizione consolidata, era un ufficiale romano di guarnigione a Marsiglia, che subì il martirio perché si rifiutò di fare sacrifici e di offrire incenso agli dei pagani. Decapitato nel 290, il corpo fu gettato in mare, ma tornato a riva, venne raccolto e sepolto cristianamente. Nel 5° secolo, Cassiano, patriarca di Costantinopoli espulso dalla città, approdò a Marsiglia ed eresse un monastero sul sepolcro di Vittore, in seguito però sembra che le reliquie siano state trasferite a Parigi nell’abbazia di Saint-Victor.

I santi del giorno del 20 luglio

20 Lug

ANSEGISO (GISO)
abate di Fontenelle, presso Rouen, ambasciatore di Carlomagno e poi di Ludovico il Pio, amministrò i due monasteri di San Sisto a Reims e di San Menge, presso Chalons. Nell’807 divenne abate di Saint Germer, diocesi di Beauvais e 10 anni più tardi, anche abate di Luxeuil. Autore di una delle più importanti collezioni di capitolari carolingi, edita in 4 volumi: il Liber Legiloquus, compiuta tra l’826 e l’833, anno in cui morì.

AURELIO di Cartagine
vescovo martire in Tunisia, primate della Chiesa d’Africa dal 392 al 429 circa. Agostino d’Ippona, suo amico, lo lodò per lo zelo nel distruggere il paganesimo e le superstizioni. Tenne più di 20 sinodi, tra i quali quello del 411, nel quale venne organizzato un pubblico contraddittorio tra i vescovi cattolici e i donatisti.

CASSIA santa martire in Persia con Paola e altri compagni di fede.

COLOMBA di Coimbra vergine martire in Portogallo.

ELIA di Gerusalemme
di origine araba, nato nel 430. Monaco nella Nitria, per sfuggire alla persecuzione di Timoteo Eluro, andò in Palestina, fondando un convento presso Gerusalemme e nel 494 fu eletto patriarca della città. Si oppose alla deposizione di Eufemio di Costantinopoli, da parte di Anastasio I imperatore favorevole ai monofisiti e accettò le decisioni del Concilio di Calcedonia, ma per questo nel 516 dovette rinunciare al patriarcato e subire l’esilio. È morto due anni dopo.

ELIA profeta
il 1° grande profeta d’Israele, originario di Tisbe, Galaad, catena montuosa tra Palestina e deserto arabico oltre il Giordano. Vissuto nel 9° secolo al tempo del re Acab che aveva sposato la perfida Gezabele, figlia del re di Tiro e Sidone(v). In seguito all’introduzione nel regno, del culto idolatrico di Baal e Astarte, di origine fenicia, voluto dalla moglie del re, fu mandato da Dio ad annunciare la punizione con una siccità di tre anni. Le sue azioni vennero accompagnate da vari prodigi come la risurrezione del figlio della vedova di Zarepta di Sidone, presso la quale era stato ospite e il chiaro intervento divino sotto forma di fuoco, quando umiliò i 450 sacerdoti di Baal, nel sacrificio offerto sul Monte Carmelo. Tutto questo è narrato nella Bibbia, 1° libro dei Re, ai capitoli 17 e 18. Di fronte alla furia di Gezabele, dovette fuggire nel deserto fino al monte Oreb, dove il Signore lo consolò e gli infuse nuove energie per gli altri difficili compiti che lo attendevano. Infatti, poco dopo unse i nuovi re di Damasco e d’Israele e designò anche Eliseo come profeta suo successore. Non si sa nulla della morte, ma Eliseo disse di averlo visto sparire in un turbine, rapito in cielo su di un “carro di fuoco”, al di là del Giordano. Secondo le Sacre Scritture non sarebbe morto ma dovrebbe tornare alla fine del mondo per convertire finalmente anche i Giudei.

LEONE XIII papa
Vincenzo Gioacchino dei conti Pecci, nato il 2 marzo 1810 a Carpineto Romano, Anagni. Studiò a Viterbo, poi nel Collegio Romano e infine all’Accademia per la formazione dei diplomatici ecclesiastici. Nel 1843 fu nominato arcivescovo titolare e Nunzio Apostolico a Bruxelles e tre anni dopo vescovo di Perugia. Cardinale dal 1853, venne eletto in un solo giorno, al 3° scrutinio, il 20 febbraio 1878 e incoronato nella Cappella Sistina il 3 marzo in un momento molto delicato, sotto il profilo religioso e politico, tanto che il governo lo invitò a non impartire la consueta benedizione dalla loggia esterna della basilica di San Pietro, nel timore che si potessero verificare incidenti e disordini. Confermò la bolla “non expedit” di Pio IX, che vietava ai cattolici italiani di prendere parte alle elezioni politiche, mentre avviò rapporti diplomatici con altre nazioni europee cercando di armonizzare Chiesa e Stato, scienza e fede, ragione e rivelazione. Con l’enciclica “Rerum Novarum” del 15 maggio 1891, formulò una risposta cristiana alla questione operaia, influenzando positivamente e profondamente i rapporti tra datori di lavoro e lavoratori. Nel 1896 pubblicò la bolla Apostolicae curae, nella quale dichiarò invalide le ordinazioni anglicane a partire dallo scisma di Enrico VIII in poi. Nel 1900 indisse il primo Giubileo dell’era moderna e Roma si riempì di moltissimi pellegrini a dimostrazione del fatto che la Chiesa aveva in gran parte superato un periodo di profonda crisi, anche se nel 1902 ci furono nuovi momenti di tensione, quando il presidente del consiglio Zanardelli cercò di introdurre in Italia una legge sul divorzio. Morto il 20 luglio 1903, può essere sicuramente ricordato come uno dei massimi pontefici, perché con lui la Chiesa riacquistò prestigio e autorità.

LEONE Ignazio Mangiu
gesuita martire in Cina assieme a 113 compagni, canonizzazione collettiva in occasione del Giubileo, il 1° ottobre 2000, in piazza San Pietro.

MARGHERITA (MARINA)
detta di Antiochia, secondo gli Atti leggendari del suo martirio, sarebbe stata educata al cristianesimo dalla balia, che la chiamava Marina. Perseguitata dal padre per la sua fede, fu torturata e poi decapitata nel 306 sotto il governatore Olibrio, del quale aveva rifiutato le offerte amorose. Le è stato dedicato il duomo di Montefiascone.

MELCHIORRE Garcia Sampedro, beato morto nel 1862.

PAOLA di Damasco
martire assieme Cassia.

SEVERA (VERA)
vergine di Treviri (v), cognata di Cipriano di Landen, morta nel 660.

VILMARO o VULMARO
abate di Boulogne-sur-Mer, in Francia, vissuto nel 9° secolo.

I santi del giorno del 26 giugno

26 Giu

ANGELICO di Fiesole
nato a Vicchio del Mugello dopo il 1387. Fra Giovanni da Fiesole, al secolo Guidolino di Pietro, detto popolarmente “il beato”. Nel 1407 vestì l’abito dei Domenicani nel convento dei Predicatori dell’Osservanza, a Fiesole, dove venne eletto priore nel 1449. Massimo interprete del sentimento religioso della pittura del 400, iniziò l’attività artistica come miniatore di manoscritti alla scuola di Lorenzo Monaco. Durante i lavori di ricostruzione del convento di San Marco a Firenze, collaborò con Michelozzo e poi, nel 1433, con Masolino da Panicale per la realizzazione di opere pittoriche che gli erano state commissionate dalla Compagnia dei Linaioli e tra il 1437 e il 1443, dipinse il grande ciclo di affreschi del convento. Chiamato a Roma da Eugenio IV nel 1445, dipinse molti altri affreschi, dei quali però rimangono solo quelli eseguiti per Nicolò V, con le storie dei santi Lorenzo e Stefano che ricoprono tutte le pareti della cappella Nicolina. L’anno successivo fu ad Orvieto, dove lavorò nel Duomo, poi Firenze e Roma dove, morto nel 1455, venne sepolto in Santa Maria sopra Minerva. Sono numerosissime e celebri le sue opere: l’Incoronazione della Vergine, a Boston; l’Adorazione dei Magi, a Firenze; l’Annunciazione, a Cortona; Gesù lava i piedi agli Apostoli, in Vaticano; Comunione degli Apostoli in San Marco a Firenze; Il banchetto di Erode nel Louvre, a Parigi, ecc. La sua arte caratterizzata da una estrema semplicità e calore mistico, fusi con un vivo senso del colore, forma e luce, fanno di lui un pittore delicato. I suoi quadri sono quasi stilizzati, pieni di poesia e hanno influenzato lo svolgimento della pittura toscana di tutto il secolo. La qualifica di beato, attribuitagli dalla religiosità popolare, è stata riconosciuta ufficialmente nel 1984, da Giovanni Paolo II, proclamandolo patrono degli artisti. 

ANTELMO di Chignin
religioso francese nato a Chignin, presso Chambery, nel 1107, morto nel 1178. Primo generale dei Certosini dal 1139, nel 1163 fu nominato vescovo di Belley, nel dipartimento dell’Ain in Francia. Lottò contro il Barbarossa in favore dell’elezione al pontificato di Alessandro III in contrapposizione a Vittore IV, antipapa.

ELISA Meneguzzi
Angela ELISA, santa della quale non abbiamo notizie storiche.

MASSENZIO sacerdote di Poitiers, in Francia.

PAOLO e GIOVANNI
martiri romani, la passio li dice fratelli, uccisi nella loro casa sul colle Celio, dove sarebbero stati sepolti il 26 giugno 362, durante l’impero di Giuliano l’Apostata, nipote di Costantino il Grande. Sulla tomba, poi venne costruita una basilica intitolata proprio a loro, riedificata nel 12° secolo.

PELAGIO di Spagna Martire nel 925 a Cordoba (in italiano Cordova).

RODOLFO di Gubbio
nato a Gubbio verso il 1004. Assieme al fratello Pietro si fece discepolo di Pier Damiani, lasciando tutti i suoi beni ai poveri e andando a vivere come eremita nel monastero di Fonte Avellana (v). Nel 1057 fu eletto vescovo di Gubbio, dove morì il 26 giugno 1061. Il suo maestro Pier Damiani ne ha scritto la Vita, unitamente a quella di Domenico Loricato.

SALVIO di Angouleme
vescovo di Angouleme, città francese sul fiume Charente.

VIGILIO di Trento
3° vescovo della Chiesa di Trento, nato a Roma verso il 365. Figlio di un funzionario imperiale di famiglia romana, inviato a Trento e di Massenza, anche lei di famiglia patrizia romana. Rimasta vedova, Massenza tornò a Roma con i tre presunti figli: Vigilio, Claudiano e Magurio. Gli ultimi due che, secondo una leggenda, sono considerati suoi fratelli, sembra siano stati invece i suoi successori alla sede vescovile, ma dei quali non esistono notizie. Vigilio studiò prima a Roma e poi venne mandato ad Atene per completare la sua istruzione. Verso il 385, tornò a Trento con la madre, passando da Milano a far visita al vescovo Ambrogio e l’anno seguente venne acclamato vescovo, successore di Abbondanzio. Fu consacrato dal vescovo di Aquileia, Valeriano, in una chiesa fuori le mura di Trento, l’unica esistente in quel tempo. Confermato nel ministero da Ambrogio, completò l’evangelizzazione della città e del territorio rurale, costruì diverse chiese, organizzò la diocesi, convertì molti pagani e perciò è considerato il vero fondatore della Chiesa di Trento. Di lui conosciamo due lettere, una a Simpliciano vescovo di Milano, successore di Ambrogio e l’altra al vescovo di Costantinopoli, Giovanni Crisostomo. Queste lettere narrano, alla luce della contemplazione teologica dei fatti, l’attività e il martirio di tre missionari Sisinio, Martirio e Alessandro, che gli erano stati inviati come collaboratori da Ambrogio, martirizzati dai pagani dell’Anaunian, Valle di Non, il 29 maggio 397. Subì il martirio in Val Rendena il 26 giugno 400, per aver abbattuto la statua del dio Saturno, gettandola nel fiume Sarca. I pagani lo assalirono con pietre e bastoni, percuotendolo, fra l’altro, con uno zoccolo ferrato. Il corpo venne portato a Trento e deposto nella Chiesa che oggi è il duomo della città. Il culto, come patrono di diocesi e terra trentina, è attestato dalla “Passio sancti Vigilii”, del 6° secolo. Nell’ambito della diocesi di Trento, fino al 6 agosto 1964, data in cui ci fu una modifica dei confini provinciali, si contavano una trentina di chiese o cappelle dedicate a San Vigilio, il cui culto è diffuso, oltre che in Alto Adige, anche in Austria e Baviera. È stato canonizzato da Benedetto XIV (1740-1758).

I santi del giorno del 26 maggio

26 Mag

ALVINO martire.

ANDREA Granchi 
nato a Pistoia nel 1335, di nobile famiglia, entrò nei domenicani nel 1351. Anche dopo essere stato eletto vescovo di Pistoia da Urbano VI, continuò a vestire l’abito talare domenicano e nel 1400 rinunciò alla sede vescovile e si ritirò in un convento. Morto il 26 maggio 1401, è stato beatificato nel 1921, da Benedetto XV.

CATERINA da Gambolò
terziaria francescana, vissuta in una comunità a Vigevano, discepola del beato domenicano Matteo Carreri. Modellò la sua esistenza seguendo l’esempio di santa Caterina da Siena. Morì nel 1516, a Vigevano dove venne sepolta nella Chiesa di San Pietro Martire.

ELEUTERIO papa
figlio di Abbondio, nato a Nicopoli nell’Epiro, Grecia, si trasferì a Roma. Divenuto diacono del papa Aniceto, nel 175, alla morte di Sotero, fu eletto al pontificato. Stabilì il primo regolamento conosciuto, relativo alla festa della Pasqua, da celebrare la prima domenica dopo il plenilunio di primavera. Durante il suo regno, che fu piuttosto tranquillo al tempo di Commodo, nel 177 accolse Ireneo latore di una lettera dei martiri di Lione, sul montanismo, che fu da lui condannato. Morì nel 189 e fu sepolto sul colle Vaticano accanto alle spoglie dell’apostolo Pietro. Anche se le circostanze della morte non sono ben conosciute, è venerato come martire.

ERACLIO di Todi
martire nel 251 assieme a Paolino e a Feliciano, uno dei primi vescovi di Foligno.

FELICISSIMO di Todi martire assieme a Eraclio e Paolino.

FILIPPO Neri 
nato a Firenze il 21 maggio 1515. Introdotto al commercio da uno zio che lo prese come collaboratore, a 18 anni rinunciò a questa carriera e andò a Roma a fare il precettore presso una famiglia, per mantenersi agli studi all’Università della Sapienza, presso gli Agostiniani. Ricevuti gli ordini sacri, prese a insegnare il catechismo alla gente per strada e a prendersi cura dei più poveri. Nel 1548 istituì la Confraternita della Santissima Trinità che fu chiamata dei pellegrini e dei convalescenti, in particolare per l’assistenza durante i giubilei. Solo nel 1551 fu ordinato sacerdote, iniziando, nel convitto di liberi preti di San Girolamo della Carità, l’istituzione della Congregazione dei preti dell’Oratorio, che nel 1575 venne ratificata con la Bolla Pontificia, e poi approvata da Paolo V, il 24 febbraio 1612 Vi si riunivano persone di varie condizioni, per pregare, ascoltare i sermoni di Filippo e cantare le lodi a Dio. La caratteristica particolare di questa confraternita era l’amore scambievole, la pratica delle opere di misericordia, sopratutto l’aiuto vicendevole e una vita spirituale nutrita dall’eucaristia con la comunione frequente. Era chiamato “Pippo il buono” e di lui sono rimasti leggendari il buon umore, il fervore mistico e gli atti d’amore a Dio e al prossimo. Morto a Roma il 25 maggio 1595, beatificato da Paolo V verso il 1610 è compatrono di Roma, assieme a san Pietro.

LAMBERTO di Vence beato.

MARIA ANNA de’Paredes o MARIANNA
prima santa della repubblica dell’Ecuador, nata a Quito nel 1614. Dedita fin da giovane all’esercizio della pietà e della mortificazione, fece voto di verginità, prendendo il nome di Maria Anna di Gesù. Vistosi poi negato il permesso di entrare in un ordine religioso, si chiuse in una stanza della sua casa e qui visse in preghiera, digiuno e penitenza fino alla morte, impetrata per salvare i concittadini, nelle calamità, terremoti ed epidemie. Morta nel 1645, venne subito onorata come il ”Giglio di Quito”, ma è stata canonizzata solo nel 1950, durante il Giubileo, da Pio XII.

PAOLINO di Todi
martire a Todi nel 251, assieme a molti compagni di fede, tra i quali Eraclio e il vescovo di Foligno, Feliciano.

PARDO di Larino
le notizie storiche sulla vita di questo santo sono poche e non facilmente controllabili. Secondo uno storico del 18° secolo G. B. Polidori, Pardo visse nel 3° secolo e fu vescovo in Grecia. Causa forti contrasti all’interno della comunità, fu costretto ad allontanarsi dalla sua città e rifugiarsi a Roma, dove venne accolto dal papa Cornelio (251-253), che lo inviò a Lucera in Puglia, dove esisteva una fiorente comunità di greci convertiti al cristianesimo. Là fece costruire due chiese e un monastero, nel quale rimase fino alla morte. Nel 9° secolo i Saraceni sbarcati sulle coste adriatiche, invasero e distrussero l’entroterra, compresa la città di Larino e ne dispersero gli abitanti superstiti. Dalla vicina Puglia i devoti dei santi martiri Larinesi, Primiano, Firmiano e Casto, avendone constatato lo stato di abbandono, portarono con loro le reliquie dei primi due nella città di Lesina, della quale furono dichiarati patroni. Quando i superstiti abitanti di Larino tornarono alle loro case, decisero di riprendersi le reliquie dei loro martiri, ma, forse scoraggiati dalla resistenza degli abitanti di Lesina, girovagando per le campagne di Lucera, trovarono il sepolcro del vescovo Pardo. Senza indugio ne raccolsero i resti e il 26 maggio 842, li portarono in città su di un carro trainato da buoi. Ogni anno il 26 maggio a Larino si svolge una grande processione in costume con carri addobbati di fiori per celebrare l’ingresso del loro protettore e patrono, ricordato, con un busto in argento cesellato, nell’aula capitolare del Duomo.

PRISCO di Auxerre 
martire in Francia, nel 273, sotto l’imperatore Aureliano, assieme a molti compagni.

QUADRATO 
il più antico apologista cristiano, vissuto nella prima metà del 2° secolo. Discepolo degli Apostoli, scrisse e presentò all’imperatore Adriano, di passaggio in Asia, un’Apologia del Cristianesimo, il cui tema era la dimostrazione della divinità di Gesù, attraverso l’esposizione dei suoi miracoli. A però noi ne sono giunti solo pochi frammenti.

TERESA Verzeri
nata a Bergamo il 31 luglio 1801 in una famiglia cristiana, un suo fratello diventerà vescovo. Fece i primi studi in casa guidata dal canonico Giuseppe Benaglio e dopo un periodo trascorso fra le monache benedettine di Santa Grata a Bergamo, l’8 febbraio 1831 fondò ad Arluno, in provincia di Milano, l’Istituto delle Figlie del Sacro Cuore di Gesù, per l’educazione delle giovani povere, orfane o traviate, dove compì gli studi magistrali anche Francesca Cabrini. Ha scritto di persona le costituzioni sui doveri delle sue religiose e oltre 3500 lettere. L’istituto si è diffuso prima in Alta Italia e poi anche all’estero, tanto che nel 2002 le suore erano presenti in Albania, Argentina, Bolivia, Brasile, Camerun, India e Repubblica Centrafricana, con scuole, asili nido e ospedali. È morta a Brescia il 3 marzo 1852, poco dopo aver ottenuto l’approvazione definitiva della sua congregazione. Beatificata da Pio XII nel 1946, canonizzata nel 2001 da Giovanni Paolo II, i resti mortali sono custoditi a Bergamo nella casa madre della congregazione.