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I santi del giorno del 6 settembre

6 Set

ANNITA o ANNA vergine martire di Tolosa.

BENEDETTO Crispo
arcivescovo di Milano, morto nel 732. Eletto nel 685, accompagnò a Roma, secondo una tradizione non accertata, il re dei Sassoni Caedwalla, che nel 689, ricevette il battesimo dal papa Sergio I. In tale occasione rivendicò invano il diritto, che gli competeva come metropolita, di consacrare i vescovi di Pavia, che dal tempo di Damiano (690-710), potevano riceverere la consacrazione solamente dal papa, perché la Chiesa di Pavia era stata resa dipendente da Roma.

CONSOLATA santa martire.

ELEUTERIO di Spoleto
è ricordato più volte da Gregorio Magno nei suoi Dialoghi. Nel 535 fondò il monastero benedettino di San Marco Evangelista, fuori le mura di Spoleto, del quale divenne poi abate. Morì a Roma nel 560.

EVA di Dreux vergine martire a Dreux, città a ovest di Parigi.

FAUSTO di Siracusa
sacerdote, abate del monastero di Santa Lucia a Siracusa, dove morì nel 607.

FUSCOLO vescovo martire in Africa assieme a Germano e Mansueto.

GERMANO vescovo martire in Africa, con Fuscolo e compagni.

MANSUETO vescovo martire in Africa, con Fuscolo e Germano.

ONESIFORO
oriundo di Efeso(v), discepolo di Paolo, visitò l’Apostolo prigioniero a Roma ed è citato nella seconda lettera a Timoteo al 1° capitolo. Subì il martirio assieme a Porfirio.

PETRONIO di Verona vescovo.

PORFIRIO
martire del 1° secolo assieme a Onesiforo, nell’Ellesponto, nome classico dello stretto dei Dardanelli.

PRESIDIO vescovo martire in Africa assieme a Fuscolo e Mansueto.

SAFFIRO di Bourges martire in Francia, nel 5° secolo.

UMBERTO di Maroilles
nato nei pressi di Laon in Francia, all’inizio del 7° secolo. Abbiamo due date certe della sua vita, la prima è quella del 675, anno nel quale donò la sua villa alla Chiesa di Maroilles-Landrecies nel nord della Francia, dove venne fondato un monastero, del quale divenne il primo abate e l’altra è quella della morte, il 25 marzo 681. Verso il 1020 il suo corpo fu traslato nella vicina Cambrai, sulla Schelda, ma più tardi venne riportato a Maroilles, dove la sua festa è stata fissata al 6 settembre, giorno della prima traslazione.

VITTORE III papa
Desiderio da Montecassino, nato a Benevento nel 1027, di nobili origini longobarde, alla morte del padre si fece eremita. Fra il 1049 e il 1054, ricoprì vari uffici sotto Leone IX e poi nel 1055 entrò nell’abbazia di Montecassino, dove venne nominato abate il 19 aprile 1058. Divenuto cardinale l’anno seguente, fu eletto al pontificato il 24 maggio 1086, un anno dopo la morte di Gregorio VII il quale, in punto di morte, lo aveva già indicato come suo successore. La consacrazione però poté avvenire solo il 21 marzo 1087, per le opposizioni di una parte dei gregoriani che lo consideravano impreparato a raccogliere una successione di tanto impegno. Non poté risiedere a Roma, occupata dall’antipapa Clemente III nominato dall’imperatore Enrico IV, ma riuscì comunque a riunire a Benevento un sinodo con il quale scomunicò Enrico IV e l’antipapa, cancellò le nomine vescovili sospette di simonia e riaffermò i principi della riforma ecclesiastica. Diede grande impulso alla sua abbazia, ma poco poté fare come papa per la brevità del suo regno, perché proprio durante il sinodo di Benevento le condizioni di salute peggiorarono, così tornò in fretta a Montecassino dove morì il 6 settembre 1087. Otto secoli dopo Leone XIII ne ha confermato il culto e lo ha proclamato beato.

ZACCARIA profeta
11° e penultimo dei profeti minori della Bibbia, figlio di Barachia, vissuto attorno al 520 avanti Cristo, cioè al tempo del ritorno del popolo d’Israele dall’esilio di Babilonia. Contemporaneo del profeta Aggeo, assieme a lui sollecitò il popolo a ricostruire il tempio. È uno dei due autori dell’omonimo libro dell’A.T., nel quale sono contenute otto sue visioni, che portano la data del febbraio 519 a.C., con una promessa messianica e due discorsi profetici diretti ai Giudei tornati dall’esilio.

I santi del giorno del 5 settembre

5 Set

ALBERTINO
monaco nel monastero di Fonte Avellana, sul monte Catria, in provincia di Pesaro, morto nel 1294.

ALBERTO di Butrio
fondatore e abate dell’abbazia benedettina di Butrio, nella diocesi di Tortona, morto nel 1073. Questa abbazia, che raggiunse il massimo splendore nel 15° secolo, è stata soppressa nel 19°.

ARCONZIO di Capua martire di Capua, assieme a Quinzio.

BERTINO di Sithieu
nato a Coutances, nel nord della Francia. Fondò il monastero di Sithieu, presso la città di Saint-Omer, del quale divenne abate e che in seguito venne chiamato di Saint-Bertin. Morì tra il 697 e il 704.

DONATO di Capua martire assieme ad Arconzio e Quinzio

DULIA di Toledo vergine martire in Spagna,chiamata anche Obdulia.

ERCOLE o ERCOLANO
nella “Depositio martyrum” è nominato assieme ad Aconzio, Nonno e Taurino, martiri a Porto nei dintorni di Roma. Nel Martirologio romano è menzionato da solo, ucciso nel 252 sotto l’imperatore Gallo I. Alla fine del 9° secolo, papa Formoso fece trasportare le reliquie sull’isola Tiberina, che apparteneva alla diocesi di Porto Romano.

FERREOLO e FERRUCCIO
sacerdote e diacono, martiri verso il 211 a Besancon, nella Francia sud-orientale, dove erano stati inviati da Ireneo vescovo di Lione, a predicare il Vangelo tra i Sequani, antica tribù della Gallia celtica. Furono atrocemente martirizzati per ordine di Claudio, prefetto della provincia, sotto l’imperatore Caracalla. Il loro culto, specialmente in Francia, è molto diffuso fin dal 6° secolo.

GENTILE da Matelica
missionario francescano, nato ad Ancona nella prima metà del 14° secolo. Predicatore zelante ed eloquente, svolse il suo apostolato in Egitto, Persia Asia Minore, e Armenia. Martirizzato dai Saraceni, le reliquie sono state trasferite a Venezia, dal doge Marco Cornaro, nella Chiesa dei Frari.

GIORDANO abate martire in Puglia, nel 12° secolo.

LORENZO Giustiniani
nato il 1° luglio 1381 a Venezia, da una nobile famiglia, ebbe un’ottima educazione. Dedicatosi a vita ascetica, venne ordinato sacerdote e nel 1404 fondò la Congregazione dei Canonici Regolari di San Giorgio in Alga, della quale divenne priore e poi generale nel 1424. Dal 1434, vescovo di Castello, antica diocesi sull’isola di Rialto, dopo la soppressione di questa, nel 1451 Niccolò V lo creò 1° Patriarca di Venezia. Restaurò la vita del clero e delle religiose, favorì una più intensa vita liturgica, celebrò un sinodo e svolse una grande attività caritativa. Ha lasciato preziosi scritti di spiritualità e notevoli Sermoni. Morto l’8 gennaio 1455, beatificato da Clemente VII nel 1524, è stato canonizzato nel 1690 da Alessandro VIII.

QUINZIO di Capua martire assieme ad Arconzio e Donato.

ROMOLO di Cividale martire nel Friuli.

TERESA di Calcutta
nata il 27 agosto 1910, a Uskub, oggi Skopje in Macedonia, figlia di Nicola Bojaxhiu facoltoso commerciante cattolico laureato in farmacia. Battezzata Agnese, in famiglia era però chiamata “Gonxha”, che significa “bocciolo”. A 12 anni sentì la prima chiamata vocazionale, ma solo a 18 si decise al grande passo, entrando nella Congregazione di Nostra Signora di Loreto che aveva una missione nel Bengala, a Darjeeling, cittadina posta alle pendici dell’Himalaya  Qui nel 1929 vestì l’abito religioso prendendo il nome di Teresa, per devozione a S. Teresa di Lisieux. Nel 1946, durante un viaggio in treno per recarsi agli esercizi spirituali, fu molto colpita dalle condizioni di assoluta miseria delle popolazioni indiane e decise di dedicarsi totalmente al servizio dei poveri. All’inizio ebbe molte difficoltà, sopratutto dalla sua stessa congregazione, ma 4 anni dopo, quando aveva già radunato una decina di consorelle, ottenne l’approvazione vaticana per la nuova congregazione: le “Missionarie della Carità”, per sfamare i poveri “non di solo pane, ma di amore”. Da quel momento la sua opera non si arrestò più e dilagò non solo in India ma anche nel mondo intero e il 17 ottobre 1979, ricevette a Oslo il premio Nobel per la pace. Madre Teresa non stava mai ferma affaticandosi nell’assistenza e nei vari viaggi e nel 1996 il suo cuore nel 1996 cominciò a cedere. Nonostante un estremo intervento di angioplastica alle coronarie, madre Teresa si è spenta nella Casa Generalizia della Congregazione, a Calcutta, il 5 settembre 1997. Un anno dopo i solenni funerali di stato, è stata avviata la causa di beatificazione per “virtù eroiche”, che si è conclusa a tempo di record, il 24 settembre 2002, quando la Congregazione dei Santi ha dato parere favorevole alla canonizzazione, riconoscendo come miracolosa la guarigione di una giovane indiana di 32 anni, Monika Besra, sofferente di una grave forma tumorale nella regione pelvica. Non potendo essere operata perché il male era molto esteso, venne accolta in una delle case delle Missionarie della Carità e la sera del 5 settembre 1999, 2° anniversario del “dies natalis” di madre Teresa, le religiose le posero sull’addome una delle medagliette che la Madre dava a tutti. Al ritorno dalla preghiera, trovarono la paziente alzata che camminava e questa guarigione è stata accertata come improvvisa e duratura. Il 19 ottobre 2003 è stata solennemente beatificata in San Pietro da Giovanni Paolo II, davanti a una immensa folla di fedeli provenienti da tutto il mondo.

VITTORINO di Roma vescovo di Roma detto popolarmente san RINO.

I santi del giorno del 25 agosto

25 Ago

EBE vergine martire africana.

ERMINIA di Reims o ERMINA
martire venerata a Reims, dove morì il 25 agosto 1396. Ebbe molte visioni che furono raccolte nei 4 libri sulla sua vita, scritti da Radulfo, priore di un monastero della città. Sarebbe stata sepolta nella Chiesa di San Paolo, vicino al coro delle monache, sotto una pietra bianca portante la sua immagine e un breve epitaffio.

GENESIO di Brescello
vescovo di Brescello, Reggio Emilia, vissuto tra il 4° e il 5° secolo, senza fondate notizie storiche, anche se il suo culto è accertato fin dal 6° secolo.

GENESIO di Roma
attore e mimo di professione, quando chiese il battesimo venne arrestato e fustigato. Poiché rimase fermo nel suo proposito, fu condannato a morte dal prefetto di Roma e decapitato nel 303.

GHERARDO Rangone beato morto nel 1257 circa.

GIUSEPPE Calasanzio
nato l’11 marzo 1557 a Peralta de La Sal, in Aragona. Studiò filosofia e teologia nelle università spagnole e nel 1583 fu ordinato sacerdote. Dopo aver espletato importanti incarichi in Spagna e dopo la morte di suo padre, nel 1592 donò tutta la sua eredità e si trasferì a Roma, chiamato dal cardinale Marcantonio Colonna, in qualità di suo teologo personale. Qui, colpito dal misero stato materiale e morale dei ragazzi del popolo, nel 1597 aprì le sue Scuole Pie nella parrocchia di Santa Dorotea, in Trastevere, primo esempio di scuole popolari gratuite, tenute da religiosi che presero il nome di “Scolopi”. Riconosciuta, nel 1617,  come vera e propria congregazione religiosa, con il nome di Chierici Regolari Poveri delle Scuole Pie, approvata nel 1622 da Gregorio XV. L’Ordine, tuttora numeroso, conta comunità in Italia e Spagna e si è affermato come scuola di alte tradizioni e di grandi meriti. Durante l’epidemia di peste del 1596, il santo si era prodigato anche nella cura degli ammalati. Morto a Roma il 25 agosto 1648, beatificato nel 1748 da Benedetto XIV e poi canonizzato da Clemente XIII, nel 1767.

GREGORIO di Utrecht
nato nel 707, nipote di Adele di Pfalzel, a 15 anni entrò nel monastero diretto dalla zia e sentendo predicare Bonifacio, rimase così impressionato che chiese di seguirlo, divenendone discepolo e coadiutore. Dopo essere stato abate di San Martino, venne nominato vescovo di Utrecht, nei Paesi Bassi. Nel 742 accompagnò il suo maestro nella missione in Frisia(v), della quale fu direttore dopo il martirio subito da Bonifacio nel 754  a Dokkum, sul Mare del Nord, in Olanda. È morto nel 776.

LUCILLA di Roma
figlia del tribuno Nemesio, la leggenda dice che era nata cieca. Quando, su richiesta del padre venne battezzata dal papa Stefano I, verso il 257, avrebbe improvvisamente riacquistato la vista. Padre e figlia furono però arrestati perché cristiani e martirizzati presso la Via Appia, vicino al tempio di Marte. Nel 1642, le reliquie di Lucilla furono riesumate dalle catacombe di Callisto, sull’Appia Antica e portate a Reggio Emilia nella basilica di San Prospero, patrono della città e successivamente conservate nella cappella del Santuario della Madonna della Ghiara.

MENA di Costantinopoli o Menas
presbitero eletto Patriarca di Costantinopoli al posto di Antino I, che era stato condannato da papa Agapito I. Presiedette il sinodo del 536 che scomunicò lo stesso Antino, ma avendo sottoscritto l’editto di Giustiniano che condannava i “Tre Capitoli”, verso il 545 fu anche lui scomunicato dal nuovo papa Vigilio e poi, solo dopo essersi sottomesso al giudizio di Roma, poté essere reintegrato nella comunione ecclesiastica.

NEMESIO di Roma
tribuno romano martire nel 257 assieme alla figlia Lucilla(v).

PATRIZIA di Costantinopoli
secondo la leggenda, originaria di Costantinopoli, parente dell’imperatore d’Oriente Costante II, viveva alla sua corte. Si racconta che andò a Roma e si fece monaca, per sfuggire un matrimonio che le era stato imposto e poi, tornata a Costantinopoli, distribuì tutti i suoi beni ai poveri. Intraprese poi un pellegrinaggio in Terrasanta, ma venne sbattuta da una tempesta sulle coste di Napoli, dove morì verso il 665. Nel 1625 è stata inclusa tra i santi patroni di Napoli.

I santi del giorno del 23 agosto

23 Ago

ARCHELAO
diacono martire nei pressi di Ostia, assieme al sacerdote Massimo e al compagno Quiriaco.

ASCELINA vergine martire del 12° secolo.

ASTERIO di Egea
martire sotto Diocleziano a Egea o Ege, in Cilicia (v), con i fratelli Claudio e Leone nel 3° secolo

BENITO martire spagnolo.

BERNARDO d’Offida
Domenico Peroni, nato il 7 novembre 1604, a Villa d’Appignano, nei pressi di Offida, in provincia di Ascoli Piceno, 3° di 8 figli. All’età di 22 anni entrò nei Frati Minori Cappuccini a Corinaldo e dopo la professione di fede venne inviato a Fermo dove per una ventina d’anni esercitò gli umili uffici di cuoco, infermiere, questuante, ortolano e portinaio. Nel 1650, dopo essere passato da un convento all’altro, tornò a Offida, dove morì il 22 agosto 1694. È stato beatificato da Pio VI, il 25 maggio 1795.

CLAUDIO di Egea
patrono degli scultori, martire nel 285 assieme ad Asterio e Neone, a Egea o Ege, in Cilicia (v.)

ELEAZARO di Lione martire assieme a Minervo.

FLAVIO di Rouen vescovo francese, martire nel 544.

GIUSTINIANO di Ramsey
eremita sull’isola di Man, in Gran Bretagna, morto nel 530, è molto venerato a Piombino.

ILARINO di Digione
martire nel 732 a Saint-Seine l’Abbaye, nei pressi di Digione in Francia.

MINERVA martire.

MINERVO di Lione martire assieme a Eleazaro.

MODERATO martire vissuto a Verona nel 7° secolo.

NEONE di Egea
martire in Cilicia, con i fratelli Asterio e Claudio, al tempo di Diocleziano.

NILLA (TEONILLA)
martire in Cilicia, con Asterio, Claudio e Neone, durante le persecuzioni di Galerio, fra il 303 e il 311.

QUIRIACO di Ostia
martire assieme ad Archelao e al sacerdote Massimo.

ROSA da Lima
nata nel 1586 a Santa Maria di Lima, in Perù, figlia di un indigeno e di una spagnola, fu battezzata Isabel. Nata ricca, fu costretta da rovesci di fortuna ad andare a servizio per un certo tempo. All’età di vent’anni entrò nel Terz’Ordine Domenicano, dove fu chiamata Rosa per la bellezza del suo volto. Si consacrò a una vita di penitenza e mortificazioni, vivendo nella propria casa, dove nel giardino, aveva creato un oratorio per ritiri spirituali. Ebbe doni soprannaturali, visioni ed estasi, giungendo ad un alto grado di ascetismo. Si interessò delle donne abbandonate, specialmente indiane o nere, e di molte opere di carità. Morì a soli 31 anni, il 24 agosto 1617. Alla sua intercessione vennero attribuiti miracoli e guarigioni, tanto che poco dopo la morte i fedeli ne chiesero la canonizzazione. Beatificata da Clemente IX nel 1668, 4 anni dopo fu canonizzata da Clemente X, prima santa del continente americano, proclamata patrona delle Americhe.

SIDONIA martire in Cilicia, nel 2° secolo.

SIDONIO Apollinare
nato a Lione nel 430 circa, morto verso il 487 a Clermont-Ferrand(l’antica Augustonemetum). Eletto vescovo di Arver, presso Clemont, dal 471 eseguì il suo apostolato con serietà e zelo, cooperando attivamente alla difesa contro i Visigoti invasori, imponendosi con la sua integrità a false accuse che gli causarono anche una breve prigionia nella fortezza di Carcassonne. Scrittore latino molto erudito, le sue opere letterarie sono una miniera di informazioni storiche. Compose 24 Carmina, lettere poetiche familiari e vari panegirici imperiali. Le 147 Epistulae, redatte quasi tutte durante l’episcopato, erano destinate a essere lette in pubblico. Venne proclamato santo poco dopo la morte.

TEONA di Alessandria
vescovo di Alessandria d’Egitto dal 281 fino al 300 circa. Riorganizzò la diocesi e con le sue catechesi popolari ottenne molte conversioni.

ZACCHEO vescovo di Gerusalemme.

I santi del giorno dell’11 agosto

11 Ago

ALESSANDRO di Comana
proveniente da una famiglia nobile e ricca, era un filosofo che esercitava il mestiere di carbonaio per umiltà, quando venne scoperto da Gregorio il Taumaturgo, che lo nominò vescovo di Comana, in Asia Minore. Martire sul rogo, sotto l’imperatore Decio nel 3° secolo.

CHIARA d’Assisi
Chiara di Favarone degli Offreducci, nata ad Assisi nel 1193. Nel 1210 ascoltò una predica quaresimale di san Francesco e poté poi parlare con lui. Dopo un tempo di riflessione, il 18 marzo 1212, fuggì di casa per andare alla Porziuncola da Francesco e consacrarsi totalmente a Dio. Il santo di Assisi, prima l’affidò alle Benedettine nel monastero di sant’Angelo in Pansa, ma poi nel 1215, quando si unirono a lei anche la madre Ortolana e le sorelle Agnese e Beatrice, le trasferì nella chiesa di San Damiano, dove Chiara divenne badessa del 1° monastero del 2° Ordine Francescano o delle “Povere Clarisse”, come vennero chiamate in seguito. Un rigoroso ideale di povertà fu alla base della regola da lei redatta dopo il 1247, approvata da Innocenzo IV nell’anno della sua morte. Chiara rivendicò come privilegio dell’Ordine, la povertà assoluta, cioè il divieto di ogni possesso con l’obbligo di vivere di elemosina. Le Povere Clarisse, dopo aver rinunciato al loro stato e ai titoli, vestite di sacco e senza rimpianti, camminavano a piedi scalzi, dormivano per terra, si astenevano dalla carne e parlavano solo quando era necessario. Si dice che nel 1242 Chiara, affacciandosi dalla finestra in alto del convento di San Damiano con un ostensorio in mano, sia riuscita a far fuggire i Saraceni mandati da Federico II, che assediavano la città. Consultata dai principali personaggi del tempo, tra i quali papi, cardinali e vescovi, seppe trasformare i lunghi anni di malattia in apostolato della sofferenza. Sul letto di morte, ricevette la visita di Innocenzo IV, di passaggio ad Assisi, dove lei morì l’11 agosto 1253. Le furono attribuiti numerosi miracoli e per questo motivo Innocenzo IV iniziò subito il processo di canonizzazione, che fu concluso dal suo successore, Alessandro IV nel 1255, dopo soli 2 anni dalla morte della Santa. Tra il 1257 e il 1265, Assisi le ha dedicato una nuova grande chiesa eretta in forme gotiche, nel convento di San Damiano, dove il corpo fu deposto in ambiente sotterraneo sotto l’altare maggiore, dove è venerato anche il crocefisso che parlò a San Francesco.

DEGNA di Todi vergine martire nel 3° secolo.

EQUIZIO di Amiterno
monaco benedettino fondatore di vari monasteri, tra i quali uno ad Assergi, L’Aquila, sulle cui rovine, nel 1150 è stata eretta l’attuale basilica di Santa Maria Assunta. Morì abate del convento di Amiterno, presso Pescara, nel 540. Della sua vita abbiamo anche una testimonianza di Gregorio Magno.

LELIA d’Irlanda chiamata anche LIDANIA, martire del 5° secolo.

LUDOVICA di Savoia
nata a Ginevra nel 1462, figlia del duca di Savoia, Amedeo IX e di Jolanda di Francia. Profondamente religiosa, modello di austerità e di pietà fin dalla giovinezza, andò sposa a Ugo di Chalon-Arlay e quando nel 1490, rimase vedova, si ritirò nel monastero delle Clarisse di Orbe, nel Vaud, donò alla Chiesa tutti i suoi beni e visse nell’esercizio delle virtù cristiane e nella preghiera. È morta a Vaud, presso Aosta, nel 1503.

PIETRO Fabro
Pierre Favre, nato a Villaret, in Spagna nel 1506 e morto a Roma nel 1546. Uno dei primi discepoli di Ignazio di Loyola, con il quale fondò la Compagnia di Gesù, a Parigi nel 1534, divenne poi lettore all’Università della Sapienza di Roma. Beatificato dal pontefice Pio IX verso il 1875.

RUFINO di Assisi
una passio leggendaria dice che era vescovo di Amasya(v). Trasferitosi con il figlio Cesidio a Trasacco, nella Marsica, in Abruzzo, vi avrebbe fondato una chiesa lasciandola poi al figlio. Passato in seguito a evangelizzare Assisi, vi subì il martirio, forse nel 236. Nel 1036 il vescovo Ugone tumulò le sue reliquie in una nuova chiesa che divenne poi anche sede vescovile. Oggi in questo luogo sorge il Duomo della città, intitolato a Rufino.

SUSANNA
forse martire a Coazzo, frazione di Roma, nel 295 per essersi rifiutata di sposare un figlio di Diocleziano. Il suo nome è legato a un complesso e insolubile problema agiografico, che ne impedisce una precisa collocazione storica. Il culto è celebrato l’11 agosto nell’omonima basilica romana, costruita sul luogo del martirio.

TAURINO di Evreux
vescovo in Normandia, nel 4° secolo. Sono piuttosto scarse le notizie su questo missionario, al quale si ricollegano le origini della Chiesa di Evreux. Nella parrocchiale intitolata a lui, si conserva il suo reliquiario, che è un capolavoro di oreficeria del 13° secolo.

TIBURZIO martire nel 286, citato nella passio di san Sebastiano.

 

I santi del giorno del 29 luglio

29 Lug

ANTONINO martire di Roma assieme a Flora e Lucilla.

BEATRICE (BICE) 
nativa di Roma, secondo una passio molto leggendaria sarebbe stata uccisa sotto Diocleziano, nel 302. Arrestata, imprigionata e poi strangolata dai servi di Lucrezio al quale era stata promessa in sposa, per aver sottratto al Tevere e dato loro sepoltura ai corpi dei suoi fratelli martiri, Simplicio e Faustino.

BENIAMINO martire.

BONIFACIO di Savoia
nato nel 1207 a Chateau-du-Saint-Helen-du-Lac, figlio del conte Tommaso I e di Margherita di Ginevra. Certosino, nel 1232 fu eletto vescovo di Belley, nei pressi dell’Abbazia di Altacomba, in Francia, ma nel 1241, per volontà della nipote, la regina Eleonora d’Inghilterra, venne nominato arcivescovo di Canterbury, consacrato a Lione 4 anni dopo da Innocenzo IV. Nel 1262 fu costretto in esilio in Francia, per contrasti con il re Enrico III e poté tornare in patria solo dopo 3 anni. Nel 1268 si ritirò nella Savoia, a Chateu-du-Saint-Helene-de-Milliers, dove morì nel 1270. Il culto è stato riconosciuto da Gregorio XVI nel 1838.

FAUSTINO martire   
martire assieme al fratello Simplicio, nel 305 circa. I loro cadaveri gettati nel Tevere, furono recuperati e sepolti cristianamente sulla Via Portuense, dalla sorella Beatrice. Sulla loro tomba venne costruita una chiesa.

FELICE II antipapa   
arcidiacono di Roma eletto nel 355 dal clero ariano romano, al posto del legittimo papa Liberio che l’imperatore Costanzo II aveva esiliato, ma che non aveva mai abdicato. Quando Liberio tornò, il senato romano inviò Felice in esilio, dove morì nel 365. Nel 1582, però, venne elevato agli onori degli altari da Gregorio XIII ed è il patrono di Monticello d’Alba, in provincia di Cuneo.

FLORA di Roma  
vergine martire insieme a Lucilla, Antonino, Eugenio e Teodoro, durante le persecuzioni dell’imperatore Gallieno I,(260-268).

FLORINDA di Roma
martire sotto Gallieno I, assieme a Lucilla e compagni.

LADISLAO I, il santo     
nato in Polonia nel 1043, figlio di Bela I, re d’Ungheria. Regnò dal 1074, prima con il fratello Géza II e 3 anni dopo da solo. Dal 1085 al 1091 combatté valorosamente contro i Cumani, popolo di origine turca, che si era stanziato in Ungheria e la gloria acquisita gli permise di attuare una politica di espansione in Croazia e Slavonia. Fedele all’ortodossia gregoriana, il cristianesimo si affermò definitivamente nelle sue terre e fu il fondatore della sede vescovile di Zagabria. Morì il 29 luglio 1095, nei pressi di Neutra(oggi Nitra), in Slovacchia e fu canonizzato da Celestino III, nel 1197. Divenne il modello ideale del guerriero magiaro e intorno alla sua figura si formarono molte leggende.

LUCILLA di Roma martire con santa Flora, nel 3° secolo.

LUPO di Troyes  
vescovo, vissuto tra il 383 e il 478, salvò la città dall’invasione degli Unni di Attila.

MARTA di Betania    
nome aramaico della sorella di Lazzaro e di Maria. Ricevette il Signore come ospite, lo servì con delicatezza e con le sue preghiere, ottenne la risurrezione del fratello. La sua figura viene presa a modello della vita attiva, mentre la sorella rappresenterebbe la vita contemplativa. Patrona di cuochi, pellegrini e bisognosi, una tardiva tradizione dice che, fuggita da Betania assieme a Maria e Lazzaro, approdò a Marsiglia e si stabili a Tarascona, cittadina della quale è chiamata patrona.

MARTA Wang        
ragazza vietnamita, arrestata e decapitata assieme ai seminaristi e al vescovo ai quali portava alcune lettere. È stata canonizzata il 1° ottobre 2000 nell’anno del Giubileo, da Giovanni Paolo II.

OLAF II Haraldsson o OLAV, in italiano OLAO
Nato in Norvegia nel 955, dopo aver trascorso alcuni anni esule in Gran Bretagna, rientrò in patria e si fece proclamare re nel 1016, strappando il paese alla supremazia danese. Cacciato dal trono l’usurpatore Erik II, consolidò l’unità del regno e animato da uno spirito profondamente cristiano, portò a termine l’opera di cristianizzazione del paese già intrapresa da Olav I. Lottò a lungo contro i Danesi ma il loro re, Canuto il Grande, lo sconfisse prendendo il suo posto. Nel 1030 riuscì poi per breve tempo a riconquistare la corona, ma nello stesso anno fu nuovamente vinto e ucciso da Sven di Danimarca, figlio di Canuto, nella battaglia di Stiklestad. Nel 1031 era già chiamato santo ed eroe nazionale norvegese.

SERAFINA di Mamian martire francese

SIMPLICIO di Roma martire con i santi Beatrice e Faustino.

URBANO II papa 
Oddone di Lagery, nato a Chatillon-sur-Marne, in Francia verso il 1040. Benedettino, nel 1078 fu creato cardinale-vescovo di Ostia, dopo essere stato Legato pontificio di Gregorio VII in Francia e Germania. L’elezione al papato avvenne a Terracina, il 12 marzo 1088, ad opera dei cardinali contrari all’antipapa Clemente III che era stato designato dall’imperatore Enrico IV, dopo ben 6 mesi di tumulti tra le fazioni avversarie. Dovette rimanere però confinato sull’isola Tiberina fino a luglio, nell’attesa della fine degli scontri armati. Abile politico, si creò molti appoggi fra i potenti, in particolare ebbe l’aiuto dei Normanni, dopo essersi opposto a Enrico IV, che aveva occupato città e castelli della contessa Matilde di Canossa e stava invadendo anche la Toscana. Occupata Roma nel 1094, restaurò la disciplina ecclesiastica e scomunicò l’imperatore, l’antipapa Clemente III ed anche il re di Francia Filippo I, quest’ultimo per adulterio. Proseguì il programma del suo grande maestro Gregorio VII, rinnovando il divieto dell’investitura laica, la condanna della simonia e del matrimonio per gli ecclesiastici, sollecitando le iniziative dei vescovi favorevoli alla riforma della Chiesa. Ai primi di marzo del 1095 indisse un Concilio a Piacenza che ebbe una partecipazione internazionale con la presenza di 200 vescovi e circa 5000 sacerdoti francesi e italiani, più gli ambasciatori orientali. In quell’occasione progettò la prima crociata che si concretizzò nel mese di novembre con il Concilio di Clermont-Ferrand. Il 15 agosto 1096 un grande esercito composto da soldati di nazioni diverse e guidato da personalità famose come Goffredo di Buglione, mosse verso Gerusalemme. Dopo 3 durissimi anni di guerra e di assedio, finalmente il 15 luglio 1099, i crociati riuscirono a liberare il Santo Sepolcro e conquistare la città. Urbano però non poté assaporare la gioia di quella vittoria, perché morì due settimane dopo. Il culto è stato confermato da Leone XIII, che lo ha beatificato nel 1881.

I santi del giorno del 26 luglio

26 Lug

ANNA
sposa di Gioacchino, sterile, in età avanzata fu allietata dalla nascita di Maria, madre di Gesù. Patrona delle gestanti e delle vedove è particolarmente venerata nel santuario di Letter, sul golfo di Napoli e in Bretagna. Il culto di sant’Anna esisteva in Oriente già nel 6° secolo, ma si diffuse in Occidente solo nel 10°. I nomi dei genitori della madre di Gesù non si trovano nei Vangeli, ma la tradizione li ha tramandati dal vangelo apocrifo più conosciuto, il protovangelo di Giacomo il Minore. Secondo san Girolamo, Gioacchino e Anna, sposati da più di vent’anni e non avendo ancora figli, Anna si sarebbe recata al tempio di Gerusalemme a pregare il Signore di esaudire il desiderio di maternità. La richiesta fu accolta ed ebbe una figlia alla quale pose il nome “Maria”.

BARTOLOMEA Capitanio
nata a Lovere, Bergamo il 13 febbraio 1807, fu educata presso le Clarisse e a 17 anni consacrò la sua verginità a Dio, dedicandosi a varie forme di apostolato, particolarmente all’insegnamento in parrocchia. Economa e direttrice dell’ospedale dei poveri, dal 1829 lavorò alla fondazione della Congregazione delle Suore di Carità, dette di “Maria Bambina”, che ebbe come prima superiora Vincenza Gerosa. Morta il 26 luglio 1833, è stata beatificata nel 1926 da Pio XI e canonizzata nell’Anno Santo 1950, assieme a Vincenza Gerosa, da Pio XII. A Bergamo la sua festa è il 18 maggio.

CAMILLA Gentili
martire di San Severino Marche, uccisa dal marito nel 15° secolo.

CRISTINA di Saint Trond
giovane belga di umili origini, nata Brusthem, nel 1150. Rimasta orfana a soli 3 anni, fu costretta a guadagnarsi da vivere pascolando le pecore. Detta la “Mirabile” per la vita ascetica e le molte esperienze mistiche, fu risuscitata una volta durante i suoi funerali, grazie a un prodigio. Morì infine nel 1224, nel monastero benedettino di Sint-Truiden(St.Trond), in Belgio.

GIACINTO martire di Roma.

GIOACCHINO
sposo di sant’Anna e padre della Vergine Maria, secondo un’antichissima tradizione riportata nell’apocrifo Protovangelo di Giacomo, che risale al 3° secolo. Della sua vita non si sa nulla, all’infuori di quanto è narrato in questo apocrifo. Sembra, tuttavia, sia morto prima delle nozze di Cana. La data della festa fu stabilita a partire dal 1584, in un primo tempo al 20 marzo, nel 1913 spostata al 16 agosto e infine con il nuovo calendario liturgico, nello stesso giorno della moglie Anna.

OLIMPIO di Roma
martire assieme alla moglie Esuperia e ai figli Sinfronio e Teodolo.

PASTORE
originario di Nicomedia (v), secondo la leggendaria passio “Sancti Pastorys Martirys”, era un pastore il quale convertito al cristianesimo, il quale, divenuto anacoreta, venne arrestato durante le persecuzioni di Diocleziano. Liberato da un angelo, si sarebbe recato a Roma dove, dopo essere stato ordinato presbitero, avrebbe subito il martirio sotto Massimino II Daia, nel 4° secolo.

SENTA o ZENTA di nobile famiglia romana, martire in Ungheria.

TEODORO di Verona vescovo nel 6° secolo.

TITO Brandsma
nato il 23 febbraio 1881 a Ugoldooster, in Olanda. Entrato nei Carmelitani, fu ordinato sacerdote e poi, divenuto professore di filosofia e mistica olandese, insegnò nell’Università Cattolica di Nimega. Impegnatosi a fondo nel giornalismo, nella cultura e nell’ecumenismo  quando il paese fu invaso dai nazisti, non permise che la scuola e la stampa di cui era responsabile nazionale, fossero strumentalizzate. Così fu arrestato e rinchiuso nel campo di concentramento di Dachau, presso Monaco di Baviera, dove rimaneva sereno anche quando veniva percosso e insultato, manifestando così la sua fedeltà alla vocazione al perdono. Ricoverato in infermeria è stato ucciso con una iniezione di acido fenico il 26 luglio 1942.

VALENTE di Verona o VALENTINO
I
n alcuni antichi documenti è scritto che fu vescovo della città per 8 anni e che morì nel 531, all’età di 85 anni. Le sue reliquie sono conservate nel Duomo di Verona.

I santi del giorno del 25 luglio

25 Lug

BATTISTA beato.

CRISTOFORO di Licia
sembra sia nato a Samo, in Licia (v), martire nel 250 circa. Di lui si hanno notizie dubbie e oscure perché, secondo la leggenda, era un cananeo di nome Reprobo, che svolgeva opera di apostolato in Licia. Condannato a morte, prima di morire riuscì a convertire il re. Il suo  culto, attestato fin dal 5° secolo, popolarissimo nel Medioevo anche come protettore contro la peste, diede origine a molte leggende. La più popolare delle quali racconta che, avendo stabilito la sua dimora presso le rive di un fiume, aiutava i passanti nella traversata. Una volta prese sulle spalle un bimbo che gli aveva chiesto di essere traghettato e man mano che procedeva, il bimbo diventava sempre più pesante, tanto che a fatica raggiunse la riva opposta. Molto meravigliato, chiese al bambino il motivo di questo fatto straordinario e questi rispose di essere Gesù Cristo, il Salvatore. Da allora assunse il nome Cristoforo, che vuol dire “portatore di Cristo” e si dice che poi predicò il cristianesimo nella sua regione. Questa leggenda è apparsa per la prima volta nella “Leggenda Aurea” di Jacopo da Varagine, nel 13° secolo. Nel 1969 con la riforma del calendario liturgico, la sua festa è stata però cancellata dal calendario universale della Chiesa, anche se è ammesso il culto locale.

GIACOMO il Maggiore
figlio di Zebedeo e Maria Salomè, fratello di Giovanni evangelista, nato a Betsaida (v). Si trovava sul lago di Genezaret e stava aggiustando le reti da pesca, quando nella primavera del 27, Gesù passò e lo chiamò assieme al fratello. Detto “Boanerge”, cioè figlio del tuono per il suo temperamento, fu testimone dei maggiori miracoli di Gesù: presente alla guarigione della suocera di Pietro, alla risurrezione della figlia di Giairo, fu anche prescelto a contemplare la Trasfigurazione sul monte Tabor (v) e testimone dell’agonia nell’orto degli ulivi. Verso il 44, a circa 42 anni, venne fatto decapitare a Gerusalemme, da Erode Agrippa I, persecutore dei cristiani, così che è lui il 1° apostolo martire. Una tradizione tardiva, che ha avuto una certa diffusione anche in Occidente, ma che oggi è ritenuta priva di ogni fondamento, dice che predicò il Vangelo in Spagna, dove sarebbero stati trasportati i suoi resti e queste presunte reliquie, sopratutto nel Medioevo, furono meta di molti pellegrinaggi a Santiago de Compostela, in Galizia. È patrono della Spagna, dove è chiamato Santiago, mentre nel Duomo di Pistoia, dove è chiamato Jacopo, c’è un altare d’argento che custodisce un’altra presunta reliquia proveniente, pare, dal sepolcro di Compostela. Anche a Caltagirone, nella Chiesa di San Giacomo è custodita un’arca d’argento contenente ancora un’altra reliquia.

NEVELONE
calzolaio di Faenza, morto nel 1280, molto venerato a Ravenna.

PIETRO da Mogliano santo morto nel 1490.

TEA di Palestina martire nel 308.

TEODEMIRO di Cordova
monaco martirizzato dai Saraceni in Spagna, nel 9°secolo.

VALENTINA di Cesarea
vergine martire in Palestina nel 308, sotto l’imperatore Galerio.

I santi del giorno del 20 luglio

20 Lug

ANSEGISO (GISO)
abate di Fontenelle, presso Rouen, ambasciatore di Carlomagno e poi di Ludovico il Pio, amministrò i due monasteri di San Sisto a Reims e di San Menge, presso Chalons. Nell’807 divenne abate di Saint Germer, diocesi di Beauvais e 10 anni più tardi, anche abate di Luxeuil. Autore di una delle più importanti collezioni di capitolari carolingi, edita in 4 volumi: il Liber Legiloquus, compiuta tra l’826 e l’833, anno in cui morì.

AURELIO di Cartagine
vescovo martire in Tunisia, primate della Chiesa d’Africa dal 392 al 429 circa. Agostino d’Ippona, suo amico, lo lodò per lo zelo nel distruggere il paganesimo e le superstizioni. Tenne più di 20 sinodi, tra i quali quello del 411, nel quale venne organizzato un pubblico contraddittorio tra i vescovi cattolici e i donatisti.

CASSIA santa martire in Persia con Paola e altri compagni di fede.

COLOMBA di Coimbra vergine martire in Portogallo.

ELIA di Gerusalemme
di origine araba, nato nel 430. Monaco nella Nitria, per sfuggire alla persecuzione di Timoteo Eluro, andò in Palestina, fondando un convento presso Gerusalemme e nel 494 fu eletto patriarca della città. Si oppose alla deposizione di Eufemio di Costantinopoli, da parte di Anastasio I imperatore favorevole ai monofisiti e accettò le decisioni del Concilio di Calcedonia, ma per questo nel 516 dovette rinunciare al patriarcato e subire l’esilio. È morto due anni dopo.

ELIA profeta
il 1° grande profeta d’Israele, originario di Tisbe, Galaad, catena montuosa tra Palestina e deserto arabico oltre il Giordano. Vissuto nel 9° secolo al tempo del re Acab che aveva sposato la perfida Gezabele, figlia del re di Tiro e Sidone(v). In seguito all’introduzione nel regno, del culto idolatrico di Baal e Astarte, di origine fenicia, voluto dalla moglie del re, fu mandato da Dio ad annunciare la punizione con una siccità di tre anni. Le sue azioni vennero accompagnate da vari prodigi come la risurrezione del figlio della vedova di Zarepta di Sidone, presso la quale era stato ospite e il chiaro intervento divino sotto forma di fuoco, quando umiliò i 450 sacerdoti di Baal, nel sacrificio offerto sul Monte Carmelo. Tutto questo è narrato nella Bibbia, 1° libro dei Re, ai capitoli 17 e 18. Di fronte alla furia di Gezabele, dovette fuggire nel deserto fino al monte Oreb, dove il Signore lo consolò e gli infuse nuove energie per gli altri difficili compiti che lo attendevano. Infatti, poco dopo unse i nuovi re di Damasco e d’Israele e designò anche Eliseo come profeta suo successore. Non si sa nulla della morte, ma Eliseo disse di averlo visto sparire in un turbine, rapito in cielo su di un “carro di fuoco”, al di là del Giordano. Secondo le Sacre Scritture non sarebbe morto ma dovrebbe tornare alla fine del mondo per convertire finalmente anche i Giudei.

LEONE XIII papa
Vincenzo Gioacchino dei conti Pecci, nato il 2 marzo 1810 a Carpineto Romano, Anagni. Studiò a Viterbo, poi nel Collegio Romano e infine all’Accademia per la formazione dei diplomatici ecclesiastici. Nel 1843 fu nominato arcivescovo titolare e Nunzio Apostolico a Bruxelles e tre anni dopo vescovo di Perugia. Cardinale dal 1853, venne eletto in un solo giorno, al 3° scrutinio, il 20 febbraio 1878 e incoronato nella Cappella Sistina il 3 marzo in un momento molto delicato, sotto il profilo religioso e politico, tanto che il governo lo invitò a non impartire la consueta benedizione dalla loggia esterna della basilica di San Pietro, nel timore che si potessero verificare incidenti e disordini. Confermò la bolla “non expedit” di Pio IX, che vietava ai cattolici italiani di prendere parte alle elezioni politiche, mentre avviò rapporti diplomatici con altre nazioni europee cercando di armonizzare Chiesa e Stato, scienza e fede, ragione e rivelazione. Con l’enciclica “Rerum Novarum” del 15 maggio 1891, formulò una risposta cristiana alla questione operaia, influenzando positivamente e profondamente i rapporti tra datori di lavoro e lavoratori. Nel 1896 pubblicò la bolla Apostolicae curae, nella quale dichiarò invalide le ordinazioni anglicane a partire dallo scisma di Enrico VIII in poi. Nel 1900 indisse il primo Giubileo dell’era moderna e Roma si riempì di moltissimi pellegrini a dimostrazione del fatto che la Chiesa aveva in gran parte superato un periodo di profonda crisi, anche se nel 1902 ci furono nuovi momenti di tensione, quando il presidente del consiglio Zanardelli cercò di introdurre in Italia una legge sul divorzio. Morto il 20 luglio 1903, può essere sicuramente ricordato come uno dei massimi pontefici, perché con lui la Chiesa riacquistò prestigio e autorità.

LEONE Ignazio Mangiu
gesuita martire in Cina assieme a 113 compagni, canonizzazione collettiva in occasione del Giubileo, il 1° ottobre 2000, in piazza San Pietro.

MARGHERITA (MARINA)
detta di Antiochia, secondo gli Atti leggendari del suo martirio, sarebbe stata educata al cristianesimo dalla balia, che la chiamava Marina. Perseguitata dal padre per la sua fede, fu torturata e poi decapitata nel 306 sotto il governatore Olibrio, del quale aveva rifiutato le offerte amorose. Le è stato dedicato il duomo di Montefiascone.

MELCHIORRE Garcia Sampedro, beato morto nel 1862.

PAOLA di Damasco
martire assieme Cassia.

SEVERA (VERA)
vergine di Treviri (v), cognata di Cipriano di Landen, morta nel 660.

VILMARO o VULMARO
abate di Boulogne-sur-Mer, in Francia, vissuto nel 9° secolo.