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I santi del giorno del 2 agosto

2 Ago

AGOSTINO Kazotic beato.

ALFREDA martire inglese, morta nell’ 834.

DAMIANO da Valencia
frate laico francescano spagnolo martire. Visse per qualche tempo da eremita nelle vicinanze di un convento, poi prese gli ordini e quando divenne sacerdote, chiese di andare missionario in Africa. Arrivato in Italia, riuscì a imbarcarsi a Napoli e appena messo piede sulle coste africane, si mise a predicare, suscitando le ire dei Saraceni che lo presero e lo uccisero.

EUSEBIO di Vercelli
nato in Sardegna all’inizio del 4° secolo. Prima lettore a Roma, dove si era trasferita la sua famiglia, nel 345 venne eletto 1° vescovo di Vercelli e in questa veste partecipò al Concilio di Milano del 355, nel quale contro la maggioranza ariana sostenuta dall’imperatore, prese le difese di Atanasio, rifiutando di sottoscriverne la deposizione. Venne perciò mandato in esilio a Scitopoli, in Cappadocia e poi nella Tebaide(v). Nel 361 fu richiamato da Giuliano l’Apostata e fu presente al Concilio di Alessandria d’Egitto, convocato da Atanasio, che perdonò ai capi dell’arianesimo, purché tornassero allo stato laicale. Morì a Vercelli nel 371 e venne venerato come martire per le sofferenze inflittegli dagli ariani, alcune fonti sostengono anzi, che fu addirittura lapidato il 1° agosto 371. Ha lasciato alcune lettere, nelle quali è tracciato l’elogio della vita regolare e comune del clero, da lui praticata rigorosamente nella sua diocesi, fin dal primo giorno dell’elezione a vescovo. Gli è attribuita anche l’erezione di una prima cappella a Oropa, per collocarvi una Madonna lignea portata da Gerusalemme, dove in seguito sorse un grandioso complesso di fabbricati che è considerato uno dei più antichi santuari mariani d’Occidente. La leggenda dice anche che fu il fondatore del Santuario di Crea, a 18 Km da Casale Monferrato.

GUSTAVO abate.

PELLEGRINO delle Alpi
leggendario principe scozzese che rinunciò ai suoi beni e agli onori del rango, per vivere distaccato dalle cose del mondo. Visitò i Luoghi Santi, andò in Egitto e poi venne in Italia ritirandosi a vita eremitica al valico di Leto, sull’Appennino, dove condusse austera vita di preghiera fino a tarda età. Onorato a Modena e Lucca fra i santi protettori, è morto nel 643.

PIER GIULIANO Eymard
nato il 4 febbraio 1811 a La Mure d’Isere, in Francia, seguì la propria vocazione religiosa contro il volere del padre e quando, nel 1834 fu ordinato sacerdote, si diede con fervore alle opere di apostolato nella sua diocesi di Grenoble. Dopo alcuni anni entrò nella Società di Maria, dove divenne Padre provinciale, ma nel 1856 lasciò i Maristi e fondò la Congregazione dei Sacerdoti del Santissimo Sacramento, approvata dalla Santa Sede nel 1863 e poi fondò quella delle Ancelle del Santissimo Sacramento, le Sacramentine, per l’adorazione perpetua. Morto a La Mure il 1° agosto 1868, è stato proclamato santo da Giovanni XXIII, il 9 dicembre 1962.

RUTILIO martire in Africa.

SATIVOLA di Exeter
santa di Exeter, contea del Devon, in Gran Bretagna, martire nel 4° secolo.

SERENO di Marsiglia
9° vescovo della città. Considerato il primo degli iconoclasti occidentali, avendo fatto distruggere per il sospetto di pratiche poco ortodosse, tutte le immagini della diocesi, per questo motivo fu severamente ammonito da Gregorio Magno. Secondo un’incerta tradizione, andando in pellegrinaggio espiatorio a Roma, sarebbe morto a Biandrate, presso Novara, dove viene venerato come patrono.

STEFANO I papa
romano, appartenente alla gens Julia, eletto il 12 maggio 254. Questo suo pontificato è celebre per la questione dei lapsi, circa la validità del battesimo degli eretici, sostenuta da Cipriano di Cartagine e dagli altri vescovi africani. Finì con il trionfo della dottrina tradizionale della Chiesa Romana, nel Concilio di Nicea del 325, dove fu proclamata solennemente la validità di tale battesimo. Il pontificato fu relativamente tranquillo in un clima di tolleranza per i cristiani fino al 257, quando Valeriano I, sobillato da un certo Marciano che più tardi gli usurperà il trono, emanò un editto per riprendere le persecuzioni anticristiane, sopratutto contro vescovi e preti, per il timore che la Chiesa si stesse impadronendo dei beni dello Stato. Stefano fu una delle prime vittime, il 2 agosto 257.

SUSO di Costanza
Seuse Heinrich di Berg, nato il 21 marzo 1295 a Costanza sul lago, in Germania. Figlio di un nobile, a soli 13 anni entrò nei Domenicani e all’età di 18, ebbe la sua prima esperienza mistica. Studiò, divenne un ottimo teologo ed ebbe il dono di estasi e visioni. Dopo aver predicato in Alsazia, Renania e Svizzera, rientrò a Costanza ma, per le lotte fra il papa Clemente VI e l’imperatore Lodovico il Bavaro, fu costretto a lasciare la città con tutti i suoi monaci. Non tornò più nella città natale e nel 1348, si stabilì a Ulm, città posta alla confluenza di due fiumi, il Danubio e l’Iller, dove raccolse i suoi scritti, redigendo l’Exemplar e diverse altre opere mistiche. Il suo pensiero si può riassumere nel desiderio dell’annullamento della propria anima nella divinità, che egli definisce il principio di tutto. Queste opere hanno esercitato una notevole influenza sulla mistica e poesia tedesca anche nei secoli successivi. Morto a Ulm, il 25 gennaio 1366, è stato beatificato nel 1831 da Gregorio XVI. Come
ENRICO la sua festa è il 25 gennaio.

I santi del giorno del 28 luglio

28 Lug

ACACIO o ACAZIO
vescovo di Mileto in Asia Minore, martire nel 4° secolo sotto l’imperatore Licinio Valerio Liciniano.

ADA o ADREILDE
badessa benedettina di Le Mans, vissuta nel 7° secolo.

ADA o ADREILDE
badessa benedettina di Le Mans, vissuta nel 7° secolo.

CAMELIANO vescovo martire del 6° secolo.

CELSO di Cimiez
figlio di una cristiana di Cimiez, presso Nizza, affidato a Nazario, loro ospite, perché lo educasse alla fede. Nazario e Celso furono arrestati a Milano e decapitati nel 304, dalle parti di Porta Romana, durante la persecuzione di Diocleziano. Verso il 395, come dice il famoso cronista Paolino, il vescovo Ambrogio ne ritrovò i resti in un orto, li fece trasportare entro le mura e sulle reliquie di Celso, venne costruita la basilica ambrosiana che porta il suo nome.

INNOCENZO
martire assieme a Lazzaro, nell’anno 68, sotto Nerone.

INNOCENZO I papa
nato ad Albano, forse figlio del suo predecessore Anastasio I, del quale era stato diacono, fu eletto il 22 dicembre 401. Cercò di farsi amico l’imperatore Onorio contro i donatisti e tentò invano di arginare l’invasione dell’esercito di Alarico I, re dei Visigoti, che nel 410 entrò in Roma, mettendola a “ferro e fuoco”. Compilò l’elenco dei libri della Sacra Scrittura e nel 407 intervenne nel conflitto tra il vescovo di Costantinopoli, Giovanni Crisostomo e quello di Alessandria, Teofilo, in favore del primo nel Sinodo della Quercia, ma non riuscì a impedire che il suo protetto fosse deposto ed esiliato dall’imperatrice Eudossia. Nella disputa sulla grazia, tra Pelagio e Agostino d’Ippona, fu a favore di quest’ultimo. Prima di morire eresse una basilica intitolata ai SS Gervasio e Protasio. Morì a Roma il 12 marzo 417 e fu sepolto nel cimitero di Ponziano.

LAZZARO martire nel 68 sotto Nerone, assieme a Innocenzo.

NAZARIO di Milano
annunciatore del Vangelo in Italia, Germania e in Gallia, dove fu accolto da una cristiana di Cimiez, presso Nizza, che gli affidò il figlio Celso, perché lo educasse alla fede. Infuriando ovunque la persecuzione di Diocleziano, venne arrestato assieme al ragazzo e portato a Roma, ma riuscì a fuggire prima a Genova e poi arrivò a Milano. Qui fu nuovamente arrestato e decapitato assieme a Celso, poco fuori le mura di Porta Romana, nel 304. Altre voci sostengono sia avvenuto sotto Nerone, nel 1° secolo. Nel 395, comunque, il suo corpo ancora incorrotto secondo la tradizione, con accanto le ossa di Celso, venne ritrovato in un orto da Ambrogio, vescovo di Milano, riportato in città con grandi onori e sepolto nella basilica che ancora oggi porta il suo nome. Esiste anche una tradizione leggendaria, secondo la quale, il martirio sarebbe invece avvenuto sempre nel 304, ma a Verona, dove sul luogo di un antichissimo sacello(v), sorto per custodire le reliquie dei due santi, nel 1464 i Benedettini avrebbero costruito la chiesa dei SS. Celso e Nazario.

PELLEGRINO di Lione sacerdote di Lione detto “pellegro”.

ROGGERO o ROGGIERO beato, confessore della fede.

SANSONE di Dol
condiscepolo negli studi di Gildas di Rhuys, nel 6° secolo. In seguito venne eletto vescovo di Dol-de-Bretagne, in Francia.

VITTORE II papa
Gebeardo dei conti di Dollnstein, nato a Hirschberg, in Germania. Vescovo di Eichstàtt dal 1042 e poi, dal 1050, consigliere dell’imperatore Enrico III. Il 16 aprile 1055 fu l’ultimo dei 4 papi nominati dall’imperatore stesso, dopo quasi un anno di sede vacante e molte consultazioni. Salì al pontificato con il nome di Vittore II e trovandosi di fronte al problema dell’avvenuta rottura tra Roma e Costantinopoli, cercò di far valere la sua autorità per ricomporre i numerosi contrasti esistenti, ottenendo anche qualche buon risultato. Per riorganizzare la Chiesa universale si impegnò a convocare diversi concili, a Lione, Firenze e Roma, con il proposito di eliminare le piaghe della simonia e del concubinato dei sacerdoti. Nell’autunno del 1056 andò in Germania per assistere Enrico III che stava morendo e accettò la tutela della vedova Agnese con il figlio Enrico IV, erede al trono. Morì improvvisamente, colpito da una fulminante febbre malarica, il 28 luglio 1057 e fu sepolto a Roma, nella basilica di Santa Maria in Cosmedin.

I santi del giorno del 17 giugno

17 Giu

ADOLFO santo inglese, vescovo nei Paesi Bassi, nel 7° secolo.

AGRIPPINO di Como
vescovo di Como, morto dopo il 617. Missionario arrivato da Aquileia per convertire i Longobardi, venne eletto e consacrato verso il 607 da Giovanni, patriarca di Aquileia. Alcune lapidi ricordano la sua attività pastorale sull’isola Comacina, a Ossuccio e presso l’abbazia di Piona (Lecco).

ARNALDO da Foligno santo morto nel 1313.

DAVIDE di Bourges arcivescovo della sua città nella Francia centrale

GEREMIA di Apollonia martire in Tracia(v), assieme a Pellegrino e Isauro.

IMERIO di Amelia
vescovo di Amelia, provincia di Terni, in epoca incerta, fu monaco e poi vescovo di costumi molto austeri. Il corpo sarebbe stato traslato nella cattedrale di Cremona.

ISMAELE di Calcedonia vescovo nel 4° secolo.

ISMAELE
figlio primogenito di Abramo e Agar, una sua concubina. Si racconta che Ismaele schernisse Isacco, figlio di Abramo e della moglie legittima Sara, vantando la primogenitura. Abramo fu così costretto, sia pure a malincuore, ad allontanare Agar che si rifugiò con il figlio nel deserto. Smarritisi, vennero salvati da un angelo che indicò loro una sorgente d’acqua. Ismaele ebbe 12 figli e diventò il capostipite degli Ismaeliti, una razza nomade di beduini dell’Arabia. Secondo l’Islam, fu il protagonista di quel sacrificio che nella Bibbia è attribuito a Isacco, mentre anche Maometto riteneva di essere un suo discendente come tutti gli Arabi. Morì a 137 anni.

MARCIANO di Venafro martire nel 3° secolo con san Nicandro(vedi).

NICANDRO
martire assieme a Marciano nel 3° secolo, patrono di Venafro, in provincia di Isernia, nel Molise.

PAOLO Burali santo vescovo di Arezzo, morto nel 1587.

PELLEGRINO di Apollonia
martire in Tracia(v), assieme a Geremia, Isauro e altri compagni.

RANIERI o RANIERO di Pisa
nato a Pisa nel 1115 circa. Figlio di un ricco mercante pisano della nobile famiglia Saccieri, dopo una giovinezza piuttosto dissipata, nel 1140 andò pellegrino in Palestina, vivendo solo di elemosine. Rientrato in patria nel 1153, si ritirò nel monastero di San Vito a Lucca, svolgendovi una zelante attività apostolica confortata da molte conversioni e dove morì nel 1160. Patrono di Pisa, il sarcofago in marmi pregiati con i resti del Santo è nel transetto di destra del Duomo della città, e viene aperto ogni anno nel giorno della sua festa. È patrono e protettore anche di Lucca.

SABELE martire a Calcedonia(v), assieme a Ismaele e Manuele.

SANCIA martire portoghese, morta nel 1229.

VALERIANA martire del 1° secolo.

I santi del giorno del 16 giugno

16 Giu

AURELIANO di Arles
vescovo della città dal 546. Fondò alcuni monasteri dettandone le regole di vita e partecipò al Concilio di Orleans nel 549. Morì a Lione, verso il 553

AUREO di Magonza martire con la sorella Giustina

BENNO o BENNONE
nato in Germania nel 1010, dalla nobile famiglia dei conti Woldenberg di Meissen. Amico dei re Enrico III e IV, nel 1066, venne nominato vescovo di Meissen, città presso Dresda e partecipò alla lotta per le investiture sostenendo la riforma gregoriana. Morto nel 1106, fu canonizzato nel 1523 da Clemente VII. Patrono della Baviera, le reliquie sono a Monaco.

CIRO
martire abruzzese del 4° secolo, ricordato in una chiesetta di Penne, in provincia di Pescara.

CUNEGONDA di Costanza
vergine pellegrina di Costanza (Svizzera), patrona dei non vedenti.

FERREOLO e FERRUCCIO
sacerdote e diacono, martiri verso il 211 a Besancon, nella Francia sud-orientale, dove erano stati inviati da Ireneo vescovo di Lione, a predicare il Vangelo tra i Sequani, antica tribù della Gallia celtica. Furono atrocemente martirizzati per ordine di Claudio, prefetto della provincia, sotto l’imperatore Caracalla. Il loro culto, specialmente in Francia, è molto diffuso fin dal 6° secolo.

FRANCESCHINO
detto“di Casale”, canonico regolare, profeta e guaritore, patrono dei pranoterapisti.

GIANFRANCO santo non identificato.

GIULITTA di Tarso o GIUDITTA
martire assieme al figlio Quirico, in Cilicia, durante la feroce persecuzione di Diocleziano. Le loro reliquie sono conservate a Roma, ma esiste anche una chiesa intitolata a questi martiri a Serra San Quirico, in provincia di Ancona.

GIUSTINA di Magonza
martire, assieme al fratello Aureo, vescovo della città.

MARIA TERESA Scherer santa del 19° secolo.

QUIRICO (CIRO)
e Giulitta martiri, ma le circostanze concrete e il luogo della loro morte, Antiochia o Tarso, non sono chiaramente identificabili, essendo numerose le leggende fiorite intorno ai loro nomi, forse erano figlio e madre.

TICONE di Cipro vescovo patrono dei panettieri.

I santi del gorno del 13 giugno

13 Giu

ALICE di La Cambre
nata nel 1200, chiamata anche ADELAIDE, a soli 7 anni entrò in un monastero cistercense a Schaerbeek (La Cambre), in Belgio. Ammalatasi di lebbra visse in isolamento offrendo le sue sofferenze per il perdono dei peccatori, fino alla morte avvenuta l’11 giugno 1250. In Germania è venerata con il nome di ALEIDE.

ANTONIO da Padova
nato a Lisbona nel 1195. Ferdinando de Bulhoes (Buglione), nobile figlio di Martino, cavaliere alla corte del re portoghese Alfonso II e di Teresa Maria Tavera. A 15 anni entrò tra i Canonici Regolari di Sant’Agostino e quando, nel 1220,fu ordinato sacerdote, passò nei Frati Minori Francescani di Coimbra con il nome di Antonio d’Olivares. Inviato in Marocco ad annunciare il Vangelo, una malattia lo costrinse a rientrare, ma una tempesta lo portò in Sicilia e da qui andò ad Assisi, dove potè assistere al “capitolo delle stuoie”, tenuto da Francesco d’Assisi nel 1221. Si stabilì nell’eremo di Montepaolo, nei pressi di Forlì e poi si dette alla predicazione missionaria passando anche in Francia, dove divenne custode del convento di Limoges. Alla morte di Francesco tornò in Italia, venne eletto provinciale dell’Italia Settentrionale e nel 1226 si stabilì a Padova, continuando a predicare, tanto da essere chiamato “il martello degli eretici”. Si adoperò per abolire la prigione ai debitori, aiutò i poveri e combatté le eresie. Morì il 13 giugno 1231, a soli 36 anni, in una cella del convento di Arcella, alla periferia di Padova, dove la sua predicazione era stata accolta da adesioni entusiastiche. Chiamato anche taumaturgo, per i numerosi miracoli che gli furono attribuiti, fu canonizzato a Spoleto dopo un solo anno dalla morte, dal Gregorio IX e nel 1946 Pio XII lo ha proclamato Dottore della Chiesa Universale. Le sue reliquie si conservano in una cassa d’argento dentro un’arca di marmo verde in una cappella della grandiosa Basilica del Santo, a Padova, città della quale è patrono e che è meta di continui e ininterrotti pellegrinaggi. Curiosamente viene invocato anche per ritrovare gli oggetti perduti.

AQUILINA di Byblos santa martire nel 304  in Fenicia (v).

ELERIO abate.

MORANDO di Alsazia
nato nel 1080 nei pressi di Strasburgo, in Francia e morto nel 1115. Dopo un lungo pellegrinaggio a Santiago de Compostela, entrò nella comunità di Cluny (v) governata dall’abate Ugo. Divenuto monaco, venne mandato nei monasteri sui monti dell’Alvernia (v) e nel 1106 passò poi, in qualità di interprete, nel nuovo monastero di Altenkirchen, in Germania, sul Mar Baltico, dove rimase fino alla morte, venerato come un santo. È stato canonizzato alla fine del 12° secolo.

PELLEGRINO di Amiterno
vescovo di Amiterno (oggi San Vittorino), presso L’Aquila, vissuto tra il 6° e il 7° secolo, molto venerato in tutto l’Abruzzo.

RODRIGO di Cordova
sacerdote ed eremita a Cabra, presso Cordova in Spagna, fu denunciato dal fratello agli occupanti Saraceni, dopo che aveva tentato invano di fargli rinnegare la fede cristiana, per passare all’islam. In carcere si incontrò con un certo Salomone, laico, anch’egli imprigionato per lo stesso motivo e così si unì a lui in penitenza e preghiera. Vennero poi condannati a morte, decapitati il 13 marzo 837 e gettati nel Guadalquivir. I loro corpi furono recuperati da alcuni cristiani e Rodrigo fu sepolto nella Chiesa di San Genesio.

UGO di Novalesa
abate benedettino dell’Abbazia della Novalesa, provincia di Torino, fondata nel 726, dal governatore di Susa, Abbone.

UNNA di Saint Dié
moglie del nobile francese Hunon, vissuta nel 7° secolo. Assieme al marito, dedicò la sua vita all’assistenza degli ammalati poveri. Fu sepolta assieme a lui nella Chiesa di Saint-Dié, nella regione dei Vosgi, in Francia, che loro stessi avevano fatto edificare. Patrona dei lavandai, perché “lavava” le ferite dei malati.

I santi del giorno del 31 maggio

31 Mag

BATTISTA CAMILLA
nata a Camerino in provincia di Macerata, nel 1458 dall’antica famiglia marchigiana de’Varano, potente in Camerino, di cui tenne la signoria dal 1262 al 1527. Entrò tra le clarisse a Urbino e divenne badessa. Morì nel 1526.

CANZIANILLA di Aquileia
martire con i fratelli CANZIANO e CANZIO, alla fine del 3° secolo. Sono ricordati in un discorso di Massimo di Torino e da Venanzio Fortunato.

FILIPPINA di Chalon
nata in Francia, a Chalon-sur Saòne, divenne religiosa clarissa nel monastero di Orbe, presso Losanna, in Svizzera.

GIACOMO Salomoni
nato nel 1231, a Venezia e morto a Forlì, nel 1314, vissuto nei conventi di Faenza e Forlì. Mistico domenicano, asceta dotato di carismi, profezie ed estasi, è venerato come patrono di Forlì.

MATILDE di Diessen
vissuta nel 12° secolo, figlia del conte Bertoldo e sorella di Eufemia. Fu badessa nel monastero di Diessen, presso Monaco, in Germania.

PELLEGRINO di Passau.
nato verso il 920 in Austria, divenne vescovo di Passau, città sul confine tra Austria e Germania, dove morì nel 991.

PETRONILLA (NILLA)
vergine romana martire del 1° secolo. Secondo la tradizione, fu guarita e convertita dall’apostolo Pietro, del quale divenne discepola. Una leggenda, a causa del nome, la dice addirittura sua figlia e sepolta nelle catacombe di Domitilla, sulla Via Ardeatina, dove nel 4° secolo, il santo papa Siricio edificò una basilica in suo onore. Un’altra tradizione dice invece che la sua tomba fu rinvenuta nelle catacombe di Santa Petronilla e che comunque dopo il 757, il suo sarcofago venne trasferito nella basilica di San Pietro, dal papa Paolo I. Il culto è molto diffuso anche in Francia fin dall’8 secolo, dove è festeggiata il 30 maggio come nella basilica vaticana.

SILVINO di Tolosa
originario di Tolosa, divenne vescovo di Therouanne, dove morì verso il 720. Nel 941 le sue reliquie furono traslate a Senlis, nel dipartimento dell’Oise.

SILVINO di Tolentino martire.

SIMPLICIANO di Poitiers vescovo in Francia.

I santi del giorno del 16 maggio

16 Mag

ADAMO di Fermo
nato verso la metà del 12° secolo, si fece prima eremita in un luogo solitario e poi entrò nel monastero benedettino di San Savino, presso Fermo, del quale divenne abate. Morto nel 1209 e le sue reliquie sono conservate nella cattedrale di Fermo.

ANDREA Bobola
gesuita polacco, nato nel 1591. Attivo missionario, svolse la sua opera in Lituania, cercando di far tornare gli Ortodossi in seno alla Chiesa Cattolica. Ucciso dai Cosacchi a Janov nel 1657, è stato canonizzato nel 1938, da Pio XI.

AQUILINO martire con Vittoriano.

BRANDANO di Clonfert
abate irlandese, vescovo di Clonfert, nel Galway, nato nel 484, a Tralee nella contea di Kerry. Fondò diversi monasteri in Gran Bretagna e le abbazie di Ardfert e Clonfert, in Irlanda. Un suo viaggio in Scozia, diede origine alla leggenda narrata nella “Navigatio Sancti Brandani”, uno dei più interessanti racconti di avventure del Medioevo, che pur senza fondamento critico, venne considerato una delle fonti della Divina Commedia. Nelle carte medievali furono segnate delle mitiche isole di San Brandano e ci fu chi lo ritenne addirittura il primo scopritore del continente americano. La leggenda vuole altresì che abbia navigato per 7 anni nell’oltretomba alla ricerca del paradiso terrestre. Morì nel 577, nell’abbazia di Clonfert.

GEMMA Galgani
nata il 12 marzo 1878 a Camigliano, frazione di Capannori, in provincia di Lucca, ebbe una buona educazione cristiana dai genitori, che però morirono presto, lasciandola orfana senza risorse. Divenuta così la madre dei suoi 7 fratelli e sorelle, passò attraverso molte traversie finché venne accolta per carità dalla famiglia Giannini di Lucca che divenne testimone degli straordinari doni che lei ricevette dal Signore. Tentò varie volte di farsi religiosa ma la salute non glielo permise. Ebbe frequenti estasi e mostrò una particolare devozione a Gesù crocifisso per cui venne chiamata la “santa della passione di Gesù”. Segnata dalle stigmate, le sue esperienze mistiche sono testimoniate da un ricco epistolario autobiografico e nei colloqui delle estasi raccolti da vari testimoni. Si racconta che aveva anche il dono di parlare spesso con il suo angelo custode. Morta a Lucca l’11 aprile 1903, è stata canonizzata da Pio XII, nel 1940.

GENZIO martire.

GIOVANNI Nepomuceno
nato nel 1340 circa, a Nepomuk presso Pilsen, in Boemia, chierico nella diocesi di Praga dal 1370, sacerdote nel 1380 e poi parroco a Praga l’anno seguente. Laureatosi all’università di Padova, quando tornò in patria divenne canonico e Vicario Generale dell’arcivescovo Giovanni di Jenstein, del quale prese le difese nel conflitto che lo oppose al re Venceslao IV, con la conseguenza che nel 1393, venne arrestato e fatto annegare nella Moldava, con una macina da mulino al collo, per ordine del sovrano. Una versione del 15° secolo dice che il re ordinò la sua uccisione, perché non gli aveva voluto rivelare quello che aveva sentito in confessione dalla regina Giovanna di Baviera, sua moglie. Questa vicenda dell’annegamento è stata provata dopo la canonizzazione, da alcuni documenti scoperti soltanto nel 18° secolo, che hanno fatto di lui un martire della libertà della Chiesa. Si racconta che nel 1719, quando venne aperta la tomba, per l’ispezione in funzione del processo di canonizzazione, tra le sue ossa venne ritrovata la lingua ancora intatta. Quando, 6 anni dopo venne riaperta, la lingua era secca, ma, nel giro di pochi minuti, ritornò perfetta sotto gli occhi di tutti i testimoni. Patrono della Boemia, è molto venerato anche anche a Vipiteno, in Alto Adige.

MASSIMA di Frejus
nata a Callian, presso Antibes, in Francia, ha un culto molto antico, ma sappiamo ben poco della sua vita. Secondo una tradizione si sarebbe ritirata a vivere da eremita, secondo un’altra si tratterebbe invece della badessa di un monastero nel 7° secolo. Nel 1675 è comunque diventata patrona di Frejus, città della Costa Azzurra.

ONORATO di Arles
di famiglia consolare, nato verso il 360 in Belgio, si convertì al cristianesimo, insieme con il fratello Venanzio e con lui partì missionario per l’Oriente. Quando Venanzio morì, Onorato tornò in patria e verso il 410, fondò un monastero, del quale divenne abate, su una delle isole del gruppo di Lerins, che in seguito venne chiamata Saint-Honorat. Teologo molto apprezzato, consultato da molte personalità ecclesiastiche, nel 426 venne chiamato a succedere a Patroclo, come vescovo di Arles dove morì il 16 gennaio 429.

PELLEGRINO di Auxerre
1° vescovo della città, martire nel 304.

POSSIDIO di Càlama
detto “Possidonio” discepolo di Agostino d’Ippona, del quale scrisse una biografia. Dal 397 al 437 fu vescovo di Càlama, in Numidia, poi in seguito all’invasione dei Vandali, si rifugiò a Mirandola, in Emilia, dove morì verso il 439.

SIMONE Stock
nato verso il 1200 ad Aylesbury nei pressi di Oxford. La tradizione dice che si fece eremita, vivendo in solitudine all’interno del tronco di un gigantesco albero cavo. Andò poi pellegrino a Gerusalemme, entrò tra i Carmelitani e quando questi vennero cacciati dai luoghi santi a opera dei Musulmani, tornò in Inghilterra, nel Kent. Nel 1247 fu eletto priore generale dell’Ordine e si dice che il 16 luglio 1251, abbia avuto una visione della Vergine Maria, che gli consegnò uno scapolare di lana color caffè e gli suggerì di portarlo e farlo portare a chiunque desiderasse il suo speciale intervento. Si fece propagatore di questa devozione e fondò dei conventi nei maggiori centri universitari: Bologna, Cambridge, Oxford e Parigi. Morì a Bordeaux mentre era in visita pastorale, il 16 maggio 1265 e benché non sia mai stato canonizzato in modo ufficiale, la Santa Sede ha concesso alla congregazione Carmelitana la celebrazione della sua festa al 16 maggio.

TEOBALDO Rogeri santo da Vico di Mondovì.

TEODORO I papa
di origine greca, ma proveniente da Gerusalemme, figlio di un vescovo. Eletto il 24 novembre 642, successore di Giovanni IV, morto il 12 ottobre, fu ritenuto affidabile dai bizantini che ne convalidarono subito l’elezione. Si distinse per generosità verso i poveri e per aver migliorato i rapporti con il re dei Longobardi, Rotari. Condannò l’eresia monotelita e i suoi seguaci, i due patriarchi di Costantinopoli, Paolo II e Pirro. Morì il 14 maggio del 649 e fu sepolto in San Pietro.

UBALDO Baldassini
nato a Gubbio nel 1084. Orfano di entrambi i genitori, fu allevato da uno zio che lo avviò al sacerdozio. Dopo l’ordinazione fu prima canonico regolare di Sant’Agostino e poi priore del capitolo della città. Nominato vescovo nel 1129, fu padre spirituale ma anche protettore temporale dei suoi concittadini, in particolare quando riuscì a salvare Gubbio da Federico I, il Barbarossa, che aveva già devastato Spoleto. Morto il 16 maggio 1160 è patrono di Gubbio dove, in suo onore, il 15 maggio viene celebrata la famosa “corsa dei ceri”, una delle più seguite e famose feste umbre, che si conclude nella basilica medievale di Sant’Ubaldo a 5 chilometri dalla città, sulla sommità del monte Ingino. Festa per celebrare la grande vittoria degli eugubini sulle 11 città confederate che, secondo una tradizione, fu merito del santo vescovo. Questo è il luogo della sua sepoltura, dove sono conservate le reliquie in un monumento di stile rinascimentale.

VITTORIANO martire assieme ad Aquilino.

I santi del giorno del 5 maggio

5 Mag

ANGELO di Licata
nato a Gerusalemme nel 1185, da ebrei convertiti al cristianesimo. Fattosi eremita sul monte Carmelo, si trasferì poi in Sicilia, dove ottenne molte conversioni, in particolare tra gli ebrei di Palermo e Licata. Venne ucciso da Berengario, un eretico, il 5 maggio del 1220, a Licata, Agrigento.

CRESCENZIANA martire di Roma assieme a SILVANO.

DRADA di Metz da VALDRADA santa martire in Gallia, nel 6° secolo.

GERONZIO
martire in Africa assieme a Pia, Saturnino, Successo e altri compagni.

GIOVINIANO (NIANO) lettore, martire ad Auxerre verso il 260.

GIUDITTA di Prussia vergine martire nel 1260. 

GOTTARDO di Sassonia
nato nel 960 a Reichersdorf, in Germania, frequentò la scuola del monastero benedettino di Niederalteich, dove fu monaco, priore e infine abate incaricato di riformare diverse abbazie. Nel 1022, nominato vescovo di Hildesheim, presso Hannover, si dedicò all’assistenza di poveri e ammalati. Sostenitore della riforma di Cluny, fece costruire ospedali, monasteri e chiese, tra le quali il Duomo di Hildesheim, con annessa scuola e il convento del San Gottardo. Morto in Sassonia il 5 maggio 1038, fu canonizzato nel 1131, da Innocenzo II. È venerato anche in Italia, in particolare a Bressanone nella chiesa dei Santi Erardo e Gottardo. Una piccola chiesetta dedicata a lui si trova anche nel paesino di Gòbbera, nel Primiero in Trentino, con una lapide posta all’esterno: “Adì 27 7/bre 1682 MS Giacomo F. q. Nicolò Gober fece fare questa Capella per sua devotione”. Ampliata nel 1892 e benedetta l’anno seguente.

ILARIO di Arles
allievo di Onorato nel monastero sull’isola di Lerins, in Francia, dal 429 gli successe sul seggio episcopale di Arles e come tale, presiedette molti concili. Entrato in polemica con la Chiesa di Roma, circa l’esercizio dei suoi poteri di giurisdizione, venne destituito da Leone Magno e solo dopo la morte, verso il 450, lo stesso papa ne riconobbe i meriti e rese omaggio alla sua memoria. Di lui è rimasto solo uno scritto, Elogio di sant’Onorato.

IRENE di Lecce
figlia di un “signore” di nome Licinio, martire nel 300 circa a Salonicco assieme a PELLEGRINO e IRENEO. Quando il padre scoprì che si era convertita alla religione cristiana con il battesimo, tentò in tutti i modi di convincerla a rinnegare la nuova fede, ma siccome persisteva nel suo proposito, anzi lo propagandava, venne arrestata, torturata e infine decapitata. Nel 13° secolo le reliquie pervennero a Lecce che la fece sua patrona, edificandole una chiesa.

LANDO di Vasanello
originario di Vasanello, cittadina in provincia di Viterbo, sulla destra del Tevere. Subì il martirio a Orte nel 296.

LEO da Montefeltro o LEONE
cristiano originario della Dalmazia, compagno di Marino. Le sue ossa riposarono a San Leo, che dal 6° secolo è il nuovo nome di Montefeltro, nel luogo dove Leone avrebbe edificato un luogo di culto nel 4° secolo, fino al 1014, quando l’imperatore Enrico II le asportò per portarle in Germania, dove sembra però che non siano mai arrivate

MASSIMO di Gerusalemme
vescovo successore di Macario nel 333, prese parte al Concilio di Nicea e a quello di Tiro, dove difese l’ortodossia di Atanasio contro gli Ariani. Nel 349 convocò un sinodo di vescovi palestinesi che dichiarò la validità delle sue decisioni, ma irritato per questo comportamento, il metropolita ariano, Acacio di Cesarea di Palestina, lo fece deporre dalla carica, seviziato e condannato “ad methalla”, cioè ai lavori forzati nelle miniere, morì nel 350 circa.

NUNZIO Sulprizio
nato il 13 aprile 1817 in un paese dell’Abruzzo. Rimasto orfano dei genitori, fu maltrattato da tutti e obbligato a lavori pesanti, finché un parente riuscì a farlo ricoverare in ospedale a Napoli. Costretto a letto da una malattia, cercò di studiare il latino, perché voleva farsi sacerdote, ma morì a soli 19 anni, a Napoli il 5 maggio 1836.

PENELOPE di Lecce martire nel 4° secolo.

TOSCA di Verona
santa vissuta tra il 7° e l’8° secolo, molto venerata nella sua città.

VALENTE martire a Sebaste, nell’anno 320.

I santi del giorno del 1 maggio

1 Mag

ALDEBRANDO vescovo di Fossombrone, morto nel 1219.

FLORIANA o FLORINA
martire nell’Auvergne (Alvernia), nei pressi di Clermont Ferrand, in Francia.

GEREMIA profeta
nato verso il 650 a.C. ad Anatot, circa 6 Km da Gerusalemme, figlio di Helkia, della tribù di Beniamino. Di famiglia sacerdotale, venne chiamato da Dio al ministero profetico, ancora molto giovane, nel 13° anno del regno di Giosia, divenendo il 2° dei profeti maggiori della Bibbia cristiana. Combattè l’idolatria, ma, sgradito al nuovo re Joakim, per via delle sue profezie sulla distruzione del regno d’Israele che avvenne realmente nel 587, subì dure persecuzioni, tanto da fare di lui una figura profetica di Gesù Cristo. Dopo la caduta di Gerusalemme fu condotto a Dafne, in Egitto, dove si crede sia stato lapidato proprio dagli stessi connazionali. Dotato di esperienza mistica e profetica eccezionale, incitò i concittadini a una religione sincera e grande intimità con Dio. Nei 52 capitoli del libro che gli è attribuito, ma dettati al segretario Baruc con aggiunte posteriori, sono raccolti oracoli, discorsi religiosi, morali e politici di carattere drammatico che offrono un quadro attendibile della sua stessa vita. La Bibbia conserva sotto il suo nome, senza fondamento storico, anche il libro delle Lamentazioni, famoso per le profezie sulla rovina di Gerusalemme. Morì verso il 580 a.C.

MARCELLO II papa
Marcello Cervini, nato a Montepulciano nel 1501. Ricopriva l’alta carica di co-presidente del Concilio di Trento, aveva svolto missioni diplomatiche e riorganizzato la Biblioteca Vaticana, quando fu eletto il 9 aprile 1555. Ridusse al minimo le spese della Curia, obbligò addirittura i parenti a tenersi lontani da Roma e aveva intenzione di attuare una riforma della Chiesa cominciando a lavorare sui documenti del suo predecessore Giulio II, ma morì il 1° maggio dopo soli 22 giorni di pontificato e fu sepolto nelle grotte vaticane. Pier Luigi da Palestrina gli aveva dedicato una famosa Messa, eseguita alla sua presenza durante la solenne celebrazione eucaristica della Santa Pasqua.

MARCOLFO di Corbeny
vissuto in Normandia tra il 490 e il 558. Fondò un monastero a Nanteuil-Le-Haudoin, nei pressi di Parigi, su di un terreno donatogli dal re di Francia Clotario I, divenendone il 1° abate. Nel 9° secolo le sue reliquie furono trasportate a Corbeny, che diventò meta di pellegrinaggi, sopratutto da parte di persone affette da scrofolosi, che si immergevano nelle acque, ritenute miracolose, di un pozzo accanto alla chiesa costruita sulla sua tomba.

NELLA di Moncel
Petronilla, chiamata popolarmente “Nella”, morta nel 1355.

ORENZIO martire in Spagna assieme a santa PAZIENZA.

PANACEA Muzio
vergine martire nel 1383 a soli 15 anni. Venne fatta uccidere dalla matrigna a Quarona, piccolo comune della Valsesia, in provincia di Vercelli. Patrona dei pastori, è venerata sopratutto nella sua valle.

PELLEGRINO Laziosi ricordato anche il 26 aprile

RICCARDO Pampuri
Erminio Filippo nato il 2 agosto 1897 a Trivolzio, paese tra Milano e Pavia. Tre anni dopo, la madre Angela Campari, morì di tubercolosi e il padre Innocente, poco più tardi in un incidente stradale, lasciando 11 figli orfani e così il piccolo venne affidato agli zii Carlo e Maria. Studente liceale a Pavia, nel 1915 si iscrisse alla facoltà di medicina, laureandosi a pieni voti il 6 luglio 1921. Nel frattempo aveva fatto il servizio militare in zona di guerra in un ospedale da campo, occupandosi dell’assistenza ai soldati feriti. Il 28 aprile 1922 fece la professione di fede e indossò l’abito francescano, ma continuò a fare il medico a tempo pieno. Nel giugno del 1927 entrò fra i Fatenefratelli di Milano e nel mese di ottobre cominciò l’anno di noviziato, prendendo il nome di fra Riccardo, nell’Ospedale Sant’Orsola di Brescia. Il 24 ottobre dell’anno dopo emise i voti e fu incaricato della direzione di un ambulatorio dentistico. Nel 1929, una infiammazione polmonare con febbri alte lo costrinse a letto per tre mesi curato, in un primo tempo a Gorizia e poi a Brescia. Aggravatosi, fu portato a Milano, alla Casa di Cura San Giuseppe, dove è morì il 1° maggio 1930, all’età di 33 anni. In seguito a notizie sempre più frequenti di grazie prodigiose ottenute per sua intercessione, nel 1949 il cardinale Ildefonso Schuster fece aprire un processo di canonizzazione che si concluse il 4 ottobre 1981, quando Riccardo venne dichiarato beato. Il 1° novembre 1989 è stato canonizzato e proclamato santo, da papa Giovanni Paolo II.

SIGISMONDO (GISMONDO)
figlio del re Gundobaldo e suo successore nel regno di Borgogna dal 516. In seguito alle predicazioni di Avito di Vienne, dall’arianesimo passò al cattolicesimo, favorendone la diffusione nei suoi territori. Per fronteggiare la minaccia dei Franchi si alleò con Teodorico re degli Ostrogoti, sposandone la figlia Amalberga. Passato a seconde nozze, la nuova moglie Costanza gli fece uccidere il figlio di primo letto, Sigerico, in base a false accuse. Quando ne fu riconosciuta l’innocenza, oppresso dai rimorsi, Sigismondo si ritirò in penitenza nel monastero di Saint-Maurice, da lui stesso fondato, ma preso prigioniero dal re dei Franchi Clodomiro nel 523, venne fatto morire in un pozzo presso Orleans, insieme con la moglie e i figli. Questa atroce morte lo trasformò in martire nella devozione popolare e il suo culto si diffuse in tutta la Gallia. Dal 1366 le sue reliquie dovrebbero essere conservate a Praga.

VALPURGA di Eichstàtt o VALBURGA,
nata nel 710 nel Sussex, in Gran Bretagna e morta nel 779, in Germania. Figlia di Riccardo re del Wessex e sorella dei santi Villibaldo e Vunibaldo, nel 761 divenne badessa del monastero di Heidenheim, in Germania, succedendo al fratello Vunibaldo e fu così di molto aiuto a san Bonifacio nell’evangelizzazione. Nell’871 le sue reliquie furono traslate a Eichstàtt, dove venne fondata l’abbazia di Santa Valpurga e la tomba nella chiesa di Santa Croce divenne meta incessante di pellegrinaggi, perchè dalle pietre sgorgava periodicamente, da ottobre a febbraio, un liquido ritenuto miracoloso, chiamato “l’olio di santa Valpurga”. Santificata per volere dei fedeli, in suo onore vennero fissate due festività, il 25 febbraio, presunta data della morte, che dal fervore popolare fu associato ad antiche leggende folkloristiche germaniche sul ritorno della primavera e il 1° maggio, giorno della traslazione, nella notte della cui vigilia si svolgeva il sabba delle streghe.

VIVALDO o UBALDO di Montajone, in provincia di Firenze, morto nel 1300 circa.

I santi del giorno del 26 aprile

26 Apr

ALDA di Siria santa martire assieme a MARIO.

ALIDA vergine martire in Normandia nel 3° secolo.

BASILEO vescovo martire.

BIANCA beata principessa francese.

LUCIDIO di Verona vescovo di Verona, detto anche LUCIDO, martire nel 4° secolo.

MARCELLINO papa
guidò la Chiesa dal 30 giugno 296 al 25 ottobre 304 e proprio durante il suo pontificato si intensificarono le sanguinose persecuzioni di Diocleziano e Galerio. I donatisti lo accusarono di aver consegnato alle autorità romane le Sacre Scritture, rinnegando la fede dopo l’editto del 23 febbraio 303 che ordinava di distruggere le chiese e di farsi consegnare da vescovi e presbiteri i sacri libri. Una passio leggendaria dice che egli offrì anche l’incenso agli idoli, ma poi si purificò con il martirio. Le accuse non sono però mai state esaurientemente documentate, così come le circostanze della morte. Sembra sia stato sepolto nel cimitero di Callisto, non nella cripta papale, ma nel documento liturgico “Depositio Episcoporum” viene invece indicata la data del 15 gennaio, come quella della sua deposizione nel cimitero di Priscilla, sulla Via Salaria.

PASCASIO Radberto
detto Berto, “figlio della ruota”, lasciato cioè, da una madre non identificata, alla porta del convento benedettino di Soissons, nel 790, allevato dalle suore. Si fece monaco nell’abbazia benedettina di Corbie sulla Somme fondata da santa Batilde nel 662, dove divenne insegnante, avendo tra i suoi allievi anche Anscario(Oscar). Eletto abate verso l’848, ma investito subito da numerosi problemi, sia da parte dei monaci, che dal re Carlo il Calvo, dopo tre anni si ritirò nel monastero di Saint-Riquier in Piccardia, come semplice monaco e per la sua umiltà non accettò mai di diventare sacerdote. Morto nell’865, fu sepolto nel cimitero dei poveri per suo espresso desiderio. Ha lasciato molte opere teologiche, tra le quali un Commentario al Vangelo di Matteo e il trattato Liber de Corpore et Sanguine Domini.

PELLEGRINO Laziosi
nato a Forlì nel 1265. Entrato nell’ordine dei Servi di Maria a Siena, tra il 1290 e il 1295, svolse poi la sua opera pastorale a Forlì e si distinse per la costanza nella preghiera, l’attività caritativa e la rigorosa penitenza. È morto il 1° maggio 1345.

RICARIO
eremita vissuto in Piccardia, nel nord della Francia, tra il 580 e il 645. Convertito al cristianesimo e divenuto poi sacerdote, visse santamente nella regione di Abbeville sulla Somme, dove fondò, con il compagno Rigoberto, un monastero divenuto poi la celebre abbazia di Saint-Riquier.

SCOLASTICA di Trino suora carmelitana di Trino Vercellese.

STEFANO III papa
di nobile famiglia romana eletto il 26 marzo 752, successore di un omonimo morto dopo soli 4 giorni dall’elezione. Sentendosi minacciato da Astolfo, re dei Longobardi, decise di chiedere l’aiuto del re dei Franchi Pipino il Breve. Partito da Roma il 14 ottobre 753, arrivò a Chalons-sur-Marne il 6 gennaio 754, dove fu accolto con tutti gli onori dal re in persona. Le trattative però si protrassero fino a Pasqua, quando il re si impegnò a liberare l’Italia dagli invasorii con il patto di Quierzy e il papa, in cambio, lo avrebbe incoronato, assieme alla moglie, il 28 luglio dello stesso anno nella chiesa di St.Denis, a Parigi. In più il re donava alla Sede apostolica l’esarcato di Ravenna e la Pentapoli, mentre il papa gli concedeva il titolo di Patrizio dei romani e protettore della Sede apostolica. Tutto questo si concretizzò nel giugno del 756, quando Pipino sconfisse definitivamente i Longobardi di Astolfo e divennero realtà, sia lo Stato Pontificio, che l’impegno di Pipino e dei re di Francia nel difendere la Chiesa. Stefano nel frattempo aveva promosso notevoli restauri per abbellire Roma. Morì il 26 aprile del 757 e fu sepolto in San Pietro.